Ad una settimana esatta dalla bocciatura della Bce, Mps annuncia il piano per ripianare il deficit patrimoniale di 2,1 miliardi di euro. Un nuovo aumento di capitale. Questa la strada scelta da Rocca Salimbeni e che sarà mercoledì sul tavolo del Cda. La comunicazione, ieri in tarda serata, dopo una settimana in cui il titolo ha perso in borsa il 40%. Barlumi di certezza sul Capital Plan che dovrà essere presentato entro il 10 novembre, hanno avuto i riscontri positivi a Piazza Affari dove il titolo ha aperto in rialzo dello 0,82% ed è finito subito in asta di volatilità segnando ribassi teorici superiori al 2%. Dopo un tentativo di rientro, a metà mattnata è tornato agli scambi guadagnando oltre il 5,5% ed è poi stato fermato di nuovo (+7% teorico).
Fondazione e pattisti verso la sottoscrizione Il mercato ha certamente apprezzato la soluzione aumento di capitale rispetto ad altre possibilità, tanto più che Axa lo sottoscriverà come comunicato ieri. Resta da capire le reazioni della Fondazione Mps, ultimo baluardo senese nella compagine societaria con il 2,5%, e soprattutto i soci pattisti Btg Pactual e Fintech Advisory che, entrati in Mps a giugno con il maxi aumento di capitale da 5 miliardi, in soli 4 mesi hanno visto in fumo gran parte del loro investimento (quasi mezzo miliardo per rilevare il 6,5% della banca) e sono chiamati ora a mettere nuovamente mano al portafoglio. Difficile pensare che non lo facciano, ma a quali condizioni? Le ripercussioni potrebbero esserci sulla scelta dei futuri vertici, a primavera 2015, per la quale i pattisti hanno facoltà di voce grossa.
Piccoli soci: «riservate le quote ai dipendenti» Intanto Azione Mps, associazione di piccoli soci della banca senese, rilancia la proposta che una quota del prossimo aumento di capitale sia riservata ai dipendenti del gruppo. Lo si legge in una nota dell’associazione che ricorda ai vertici del’istituto che «il risparmio dei dipendenti azionisti, in passato pesantemente sollecitato dal precedente management, risulta ad oggi praticamente azzerato». Ora l’invito è di «mettere in primo piano» una «profonda coesione sociale necessaria al definitivo rilancio della banca».
Cessioni asset in cantiere Il progetto di Capital Plan, su cui è in corso il confronto con le autorità (Bankitalia, Bce e Tesoro), contiene altresì «ulteriori misure non diluitive e non onerose per la banca, tra cui la cessione di asset finanziari, volte a rafforzarne ulteriormente il profilo patrimoniale, la cui solidità è peraltro già stata attestata dall’ampio superamento dell’Aqr» cioè l’esame degli attivi condotto dalla Bce e superato dalla banca, bocciata invece negli stress test, cioè nelle simulazioni di resistenza a uno scenario del ciclo economico estremamente negativo.
Pronto il consorzio di garanzia Per coprire l’aumento è già pronto un consorzio di garanzia che vede in campo molte delle banche che hanno garantito la ricapitalizzazione da 5 miliardi dello scorso giugno. Tra i nomi che circolano, oltre a quelli degli advisor Ubs e Citigroup, ci sono Goldman Sachs, Ubs, Barclays, Mediobanca, Morgan Stanley, Jp Morgan e Societe Generale.
Metafore marinare A giugno, in occasione del maxi aumento di capitale da 5 miliardi il presidente Mps Alessandro Profumo disse che la banca si stava avviando verso «un porto sicuro». Curioso il ricorso alle metafore marinare anche da parte dell’attuale presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich che, scorsa settimana, dopo l’esito degli stress test, disse: «quando la barca è in difficoltà la regola vuole che si stia vicini al timoniere». Ma la salvezza del Monte è sempre più un’odissea dove i flutti e i venti tempestosi remano contro. Un antico detto marinaro recita: “In mare è meglio prevedere che provvedere”.