Note a margine di una assemblea della banca. Così è giunta alla redazione di agenziaimpress.it questa riflessione che merita attenzione. Ancora una volta protagonisti sono le principali istituzioni pubbliche di Siena, Comune, Banca, Fondazione. Ancora una volta ci pare giusto ospitarne il punto di vista.

Dall’inizio dell’anno, infatti, non si è spento il clamore mediatico sulla città e il suo sistema istituzionale. Recentemente ne hanno parlato trasmissioni televisive e grandi firme del giornalismo. Il tema deve, dunque, rimanere al centro di un dibattito che deve essere semmai sempre più aperto e condiviso. E non chiuso in poche stanze. Del resto appare poco compreso dall'opinione pubblica l'allarme lanciato di un attacco da fuori per spiegare i problemi interni alla città. Buona lettura sotto la neve.

È un peccato che il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, si sia perso l’ultima assemblea di Giuseppe Mussari come presidente della Banca, perché nei momenti storici bisogna essere presenti; e ieri l’assemblea degli azionisti di Banca MPS era già storica perchè sanciva l’uscita di scena – dopo otto anni di felice connubio – di Francesco Gaetano Caltagirone dal board (come scriverebbe il giornalista Mucchetti) di Rocca Salimbeni. Quindi due uscite in un colpo solo. Purtroppo Mancini era rimasto bloccato dalla neve a San Gimignano. La prossima volta Mancini non troverà più Mussari a presiedere le assemblee, dato che già alla prossima – fissata per il 27 aprile – il Monte avrà un nuovo cda e, con ogni probabilità, un nuovo presidente.

Di questo si può essere sicuri, nonostante la voce che si fa girare, poichè è stato detto dal sindaco Franco Ceccuzzi che ha riferito parole di Mussari poi dallo stessoconfermate. E siccome sono uomini di parola è deciso che sarà così. Da chi sarà composto il futuro cda della Banca dipende da molti fattori: quanto e se si diluirà la Fondazione MPS, chi ha rastrellato le azioni di Caltagirone (pare quasi certo i tre fondi d’investimento Fidelity, Vanguard e Rothschild, entrati nel capitale del Monte per una quota complessiva vicina all’1%. Fidelity e Vanguard si dice siano vicini a Generali – e quindi a Caltagirone? – mentre Rothschild è stato Advisor della Fondazione per l'aumento di capitale 2011), quali nuovi soci porterà Fabrizio Viola, quali soci potrebbero sostituire, in parte, la Fondazione. Un posto è comunque già occupato: Fabrizio Viola vi siederà per assumere poi la delega di amministratore, l’Amministratore delegato che la banca non ha mai avuto né voluto. A chi sarà “tolto” questo posto non è dato sapere, ma dato che si dice che Viola non sia arrivato da solo, presto lo sapremo.

Comunque il "giochino" di costruire il cda della terza banca italiana (finora) attraverso gli equilibri interni al Partito Democratico di Siena sembra destinato a finire, perchè appare poco probabile che nuovi soci possano prestarsi a sottomettere la gestione di un’azienda da 30.000 dipendenti (finora) ai bilanciamenti della politica senese; e forse sarebbe salutare, visti i risultati ottenuti finora (dando ai rialzi di questi giorni il valore relativo che hanno), ampliare lo sguardo alla ricerca di adeguate competenze e professionalità.

L’importante è mantenere il legame con la città e il territorio, che hanno bisogno di risposte e di utili, non di pedine messe qui e là a sostenere potentati locali o personali; rischia così di essere un autogoal gridare all’attacco alla città quando i media nazionali – tv e carta stampata – gettano il loro occhio sulle vicende bancarie senesi, come se non facessero il loro mestiere (sempre osannato quando si tratta di criticare Berlusconi) e non avessero trovato nella peculiarità senese un argomento da sviscerare. Triste è, invece, in questo additare nemici immaginari (come se il Monte dal 2006 avesse perso il 90% del proprio valore per causa di un articolo del Corriere della Sera), tirare fuori il solito motivetto della “quinta colonna”, di coloro cioè che, animati da chissà quale rivalsa, pur essendo senesi da sempre si presterebbero a denigrare la propria città. Non sarebbe bello, a venti anni dalle famigerate “Liste” pseudo massoniche (denigrazione, questa sì, sancita da un tribunale della Repubblica), riprodurre nuove “Liste”, questa volta di proscrizione.