A Siena le cronache si susseguono con un ritmo cui francamente nessuno era abituato e i nervi affiorano sottopelle. L’inchiesta della Procura che sarebbe ad una svolta forse clamorosa (si parla di una decina di "inviti a comparire" fatti partire stamani), la campagna elettorale per le politiche che fatica a partire e quella per le amministrative che, invece, è partita da tempo, la guerra intestina nel Partito Democratico che vede scontri ormai tutti i giorni.
 
Ceccuzzi sostiene Profumo e viceversa Oggi, tra i clamori delle notizie registriamo la forte presa di posizione di Paolo Mazzini, deputato generale della Fondazione Mps che dopo essere già intervenuto autorevolmente sui giornali nei giorni scorsi, torna a parlare. E questa volta il suo obiettivo è Alessandro Profumo che aveva dichiarato di cercare un “nuovo socio” per la banca. Una posizione ampiamente sostenuta dal candidato sindaco Franco Ceccuzzi che proprio ieri alle telecamere di Class-Cnbc aveva detto che «sarebbe giusto mandare avanti la banca da chi ha posto le premesse per rilanciarla. La città li sostiene, facciamoli lavorare». Ma a quale città pensa Ceccuzzi? Senz’altro pensa a Profumo che, infatti, per reciprocità e forse convinzione sostiene la sua candidatura a sindaco di Siena in tutte le apparizioni televisive di questi ultimi giorni. Insomma, tra i due una grande distanza tra politica e finanza non pare vedersi.

Mussari e Vigni sostenevano Ceccuzzi Come non si vedeva grossa distanza tra Ceccuzzi e Mussari all’epoca delle elezioni amministrative del 2011. A qualcuno in questi giorni è tornato alla mente l’invito all’hotel Garden che il presidente Mussari e il dg Antonio Vigni rivolsero ad un migliaio tra dirigenti e funzionari della banca, pochi giorni prima delle elezioni, per presentare il candidato a sindaco Franco Ceccuzzi. «Lui è l’uomo forte per la città, votatelo», dissero i due alti rappresentanti. Qualcuno ricordi quest’episodio a Bersani e D’Alema secondo i quali «il Pd fa il Pd e la banca la banca» (leggi).
 
Mazzini richiama Profumo al mandato della Fondazione Da una parte, dunque, Ceccuzzi che sostiene l’uomo solo al comando (ieri Mussari oggi Profumo), dall’altra Mazzini che richiama il presidente dell’Istituto a non “disattendere il mandato del socio di maggioranza relativa”. «Con le sue dichiarate intenzioni di cercare nuovi soci – dice Mazzini – il presidente Profumo disattende completamente il mandato ricevuto all'assemblea di ottobre 2012 dalla Fondazione Mps, l'ente che lo ha nominato a capo della Banca. Negli ultimi giorni Profumo ha più volte ribadito di volere nuovi soci per la banca, ha addirittura detto di 'sognare' un socio finanziario a lungo termine. Un'operazione del genere è possibile soltanto se viene concluso a breve l'aumento di capitale fino a un miliardo, per il quale il Cda ha ricevuto la delega dall'assemblea dei soci del 9 ottobre scorso. L'aumento di capitale, però, è stato autorizzato dalla Fondazione con la clausola che venga valutato solo come estrema ratio».

Aumento di capitale potenziale entro 5 anni «Lo stesso presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini – continua Mazzini – nella sua dichiarazione di voto che ha dato il via libera alla delega al Cda della banca, aveva ricordato che la delega prevedeva un aumento di capitale ''potenziale ma non obbligatorio ed è esercitabile in un arco temporale di 5 anni'' e che la Fondazione aveva chiesto che la delega stessa venga attivata solo qualora ciò si rendesse strettamente necessario'' e ''comunque non prima delle scadenze indicate dal Piano, così come più volte dichiarato dai vertici della Banca''. Profumo – conclude Mazzini – non ha ricevuto una delega in bianco ma un perimetro preciso entro il quale operare: l'aumento va valutato da qui al 2015 e non necessariamente deve essere dell'intera cifra di un miliardo».

Un deciso stop dunque al presidente arriva da Palazzo Sansedoni. E Profumo che martedì 5 febbraio ha in programma il cda della Banca (leggi) non potrà certo far finta di non avere sentito. Mazzini sembra dire che Siena di “un uomo solo al comando” non ne ha più bisogno. Lo ha già sperimentato sulla sua pelle. 

Nervi a fior di pelle tra candidati Intanto, i nervi cominciano ad affiorare nei protagonisti di questa incredibile fase politica cittadina. Proprio ieri, durante un confronto tra candidati sindaci, presenti Fabrizio Montigiani (Lega Nord), Michele Pinassi (M5S), Enrico Tucci (Siena c’è), Laura Vigni (Siena si Muove) e Franco Ceccuzzi (Pd e Sel), questi mentre parlava si è scagliato contro Bruno Valentini che, seduto nella prima fila, giusto in settimana aveva chiesto a Ceccuzzi un «passo indietro» (leggi). Forse per una smorfia di disapprovazione il sindaco di Monteriggioni ha subito, con la sorpresa di tutti i presenti, un cicchetto dal candidato «Scusa, Bruno, stai distrurbando», ha detto Ceccuzzi. «Per la presenza o per altro?», gli ha replicato Valentini. Da qui alle amministrative mancano ancora molte settimane, ma i nervi sono già a fior di pelle. E a qualcuno rischiano di saltare.