SIENA – I risultati continuano a dargli ragione. Luigi Lovaglio scorre i numeri sottomano ed è evidente che rispetto a un anno fa Mps sia una banca in buonissima salute.
L’istituto con il Cet1 più alto in Italia (e tra i più alti in Europa. Al punto che da Intermonte gli viene chiesto se è possibile ipotizzare acquisizioni. “E’ ovvio che non prevediamo di utilizzare il nostro capitale per acquisire asset bancari, forse nel nostro piano potremmo considerare un approccio diverso nella politica di dividenti – replica l’ad di Montepaschi -. Cercheremo di cogliere le opportunità derivanti dalle partnership già esistenti. Ci rendiamo conto che dobbiamo essere attivi e ottimizzare questo capitale in eccesso”.
L’interesse degli analisti è soprattutto all’andamento dei tassi di interesse. “Nel 2025 ci aspettiamo l’impatto della diminuzione dei tassi, che però sarà controbilanciato dall’aumento delle commissioni – evidenzia ancora il manager -. I ricavi potrebbero essere più bassi, ma saranno sufficienti per sostenere la redditività della banca”. Guardano al futuro, l’obiettivo dichiarato è fare ancora meglio: “Noi siamo avanti rispetti ai target del piano industriale. Anche se Mps sta già operando a pieno regime ci siamo impegnati a migliorare perchè abbiamo gente motivata. Sappiamo che dobbiamo operare in maniera rapida per remunerare i nostri azionisti”.
L’altra sfida è tenere stabili i costi operativi totali. “I costi non legati al personale si sono ridotti. Non sarà facile tenere questo livello ma ci proveremo – fa notare Lovaglio -. I costi legati al personale aumenteranno, in virtù del rinnovo contrattuale. La sfida sarà controbilanciare i costi operativi totali previsti a un livello più alto con alcune sinergie che abbiamo e con servizi esternalizzati che contiamo di riportare a casa”.