SIENA – La reazione della Borsa non è stata delle migliori. In apertura di seduta Mps perde oltre il 5%, venendo scambiata a 2,90 euro per azione.
In pratica lo stesso prezzo con cui il Tesoro ha posto sul mercato il 25% delle quote dell’istituto di credito. In un primo momento la fetta da vendere corrispondere al 20%, ma vista la domanda, ha messo sul piatto 315 milioni di azioni. Il ritorno per il Mef è di oltre 900 milioni. Lo Stato scende così al 39,2% della banca senese. Troppo ghiotta l’occasione per il ministero, con il titolo ormai stabile al di sopra dei 3 euro, di non fare cassa.
Secondo gli analisti, anche un messaggio sostanzioso alle autorità europee, visto il vincolo di uscita dal capitale entro la fine del 2024. Questa operazione potrebbe dare ulteriore tempo al Tesoro, in modo tale da valorizzare al meglio l’investimento da 1,6 miliardi fatto un fatto nella ricapitalizzazione e permettere al governo di studiare la soluzione migliore per Montepaschi.
“Sono orgoglioso di essermi opposto, nonostante anni di gestione fallimentare del Pd, alla svendita di Mps. Oggi raccogliamo i frutti di scelte strategiche che faranno guadagnare le famiglie italiane dopo i soldi investiti grazie all’ultimo aumento di capitale. Festeggiamo un successo dove tutti gli altri avevano fallito. Ora avanti tutta con Mps protagonista per consolidare il sistema bancario italiano a favore delle piccole e medie imprese”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini, che nel corso degli anni ha sempre sostenuto l’idea di un polo bancario.