In una sola giornata perso un quinto del valore, pari a circa 1,1 miliardi di euro di capitalizzazione, con il titolo che ha toccato il suo minimo storico scendendo a 0,7735 euro, sotto il precedente record negativo (0,7825 euro) registrato solo undici giorni fa, il 16 ottobre. Si è concluso così il giorno nero del Monte dei Paschi di Siena a Piazza Affari dopo ripetuti congelamenti per ribasso eccessivo fino al 21,5 %. All’indomani dell’esito del Comprehensive assessment, che ha evidenziato la necessità di 2,1 miliardi di capitale, gli advisor Ubs e Citigroup sono al lavoro per elaborare, in tempi brevi, una strategia per coprire lo shortfall di capitale che, escludendo i Monti-bond residui, ammonta a 1,35 miliardi.
Consob, divieto vendita allo scoperto La Consob intanto ha disposto il divieto di assumere o aumentare posizioni nette corte sulle azioni di Mps. Il divieto, in vigore da domani fino al 10 novembre (termine entro cui le banche dovranno presentare alla Bce i propri piani per rimediare al deficit di capitale) ha lo scopo di alleggerire la pressione ribassista sui titoli. Il provvedimento, spiega la Consob, «ha efficacia anche su strumenti finanziari derivati che hanno come sottostante le azioni Banca Mps o Banca Carige».
Due settimane di tempo, 4 ipotesi possibili Entro due settimane Mps dovrà comunicare alla Commissione europea le modifiche da apportare al piano di ristrutturazione concordato con Bruxelles e presentare il piano di interventi alla Bce. Esclusi nuovi aiuti di Stato, le ipotesi sul tavolo possono essere molteplici: quella di una fusione con un altro grande gruppo; la cessione di asset (a partire da Consum.it, per cui è in stato avanzato una trattativa che vede in campo Apollo e Deutsche Bank, e di non performing loans per 1,2 miliardi) e il ricorso al mercato con un maxi-bond convertibile; uno “spezzatino” con la cessione delle appetibili filiali del Nord ma “sistemando” anche le filiali del Sud dove sono maggiori le sofferenze e riducendo così il perimetro della banca a istituto interregionale. Resta poi l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale anche se appare più difficile: sarebbe il quarto dal 2008, a pochi mesi da quello “monstre” da 5 miliardi appena concluso. Eppure il tonfo in borsa di Mps sconta l’ipotesi di una nuova ricapitalizzazione. Diversi analisti si sono esercitati su possibili misure che Mps potrebbe adottare.
Questo matrimonio non s’ha da fare Del resto l’ipotesi di un “matrimonio” non è stata esclusa neanche dal presidente Alessandro Profumo e dall’Ad Fabrizio Viola in due interviste pubblicate oggi. I matrimoni però si fanno in due e trovare il partner giusto non sarà facile. Oggi Unicredit e Ubi si sono preventivamente tirate fuori. «Non siamo interessati», ha detto l’Ad di Unicredit Fabrizio Ghizzoni. Stessa risposta da parte del consigliere delegato di Ubi Victor Massiah: «Non vi è alcun dossier aperto».