Il bilancio 2015 di banca Mps chiuso con un utile di 388 milioni di euro è stato approvato dal 99,99% dei soci presenti (pari al 31%) all’assemblea a Siena. Tra i soci rilevanti il primo resta Fintech con il 4,50%, seguito dal Mef con il 4,024%, Axa con il 3,17% e Classic Fund Management con il 2,008%. Il primo a prendere la parola è stato il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich che è tornato a parlare di dividendi: «La Fondazione auspica e si aspetta che il percorso di risanamento e di rilancio della Banca, che emerge anche dai dati di bilancio ora sottoposti ad approvazione, possa proseguire al fine di creare nuovo valore per gli azionisti, di ripristinare al più presto il flusso dei dividendi e di favorire lo sviluppo economico in particolare del territorio senese». «Anche eventuali operazioni strategiche di mercato – ha aggiunto Clarich annunciando il voto favorevole al bilancio -, in linea con le indicazioni dell’Autorità europea di vigilanza, dovrebbero tener conto in modo adeguato delle aspettative reddituali e patrimoniali degli azionisti, nonché per quanto possibile, del territorio storico di riferimento».
Clarich plaude ad Atlante Prima di entrare in aula Clarich, soffermandosi con i giornalisti, ha anche detto: «Si è capito che le crisi bancarie hanno effetti sistemici e quindi risoluzioni devono essere di sistema partendo dal mondo delle banche. Certamente ci saranno dei sacrifici, anche notevoli per alcune banche, per alcune fondazioni, per alcuni investitori, ma noi sappiamo che le crisi sistemiche producono danni per tutti che possono essere di misura anche maggiore». Il presidente della Fondazione Mps ha anche espresso il suo parere favorevole sul fondo Atlante perchè «è una soluzione privatistica» e «aiuterà a risolvere in parte il problema dei non performing loans».
Crediti deteriorati, obiettivo riduzione E sui crediti deteriorati si è soffermato in apertura di assembla anche l’ad di Mps Fabrizio Viola. «L’obiettivo principale dei vertici di Mps – ha detto – resta la riduzione dei crediti deteriorati sia con la vendita di stock di npl, percorso già avviato come previsto dal piano industriale, sia con un’attenzione al recupero dei crediti». Sul Fondo Atlante c’è molta «attenzione» e «volentieri valuteremo gli eventuali benefici sul portafoglio dei crediti deteriorati della banca», ha aggiunto, ricordando che il percorso di ridurli Mps lo ha iniziato da tempo.
La Fondazione attende 3 mld dall’azione di responsabilità La Fondazione Mps ha chiesto circa 3 miliardi di euro complessivi nelle azioni di responsabilità avviate dall’allora presidente Antonella Mansi nel 2014. Ha poi sottolineato Clarich parlando con i giornalisti ricordando che l’azione di responsabilità è stata avviata, tra gli altri come si apprende da fonti della Fondazione, nei confronti delle Deputazioni amministratrici della Fondazione in carica nel 2008 e nel 2011, entrambe presiedute da Gabriello Mancini, contro gli advisor (Credit Suisse, Jp Morgan e Leonardo & Co Spa) che rilasciarono la fairness opinion sul prezzo di acquisto di Banca Antonveneta da parte di Banca Mps nel 2008, contro il consorzio di banche coordinato da Jp Morgan che, sempre nel 2011, finanziò l’aumento della Fondazione, e contro l’allora provveditore (direttore generale) Marco Parlangeli che firmò l’indebitamento.