Quotazioni in borsa ancora in rialzo ed un titolo che sta letteralmente galoppando, tanto per usare una metafora. È stato questo il trend per il Monte dei Paschi di Siena, oltre il 40% – secondo quanto riporta il Sole 24 Ore – nell’ultimo mese. Uno scenario che sta riscuotendo pareri decisamente positivi nella Città del Palio, sebbene adesso ci sia da lavorare per studiare le prossime mosse in vista dell’emissione dei Monti Bond (per 3,9 miliari di euro), ed analizzare le ipotesi scalata e attaccabilità alle quote della Fondazione Mps. Attualmente Palazzo Sandedoni possiede circa il 34,9% della Banca, ma le fonti di reddito si sono esaurite. Da Rocca Salimbeni non ci sono dividendi in arrivo mentre l'ente senese rimane appesantito da un debito di 350 milioni oltre ai relativi interessi da pagare. Questi, indubbiamente, i temi cardine del summit che si è volto nella sede della Fondazione dove si sono recati Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (presidente e ad di Mps) che hanno incontrato la deputazione dell’Ente e il presidente Gabriello Mancini. «I vantaggi si materializzano innanzitutto per gli azionisti, i quali vedono aumentare il valore del loro portafoglio – commenta la notizia Roberto Renò, docente di Matematica Finanziaria all’Università degli Studi di Siena -. Analoghi svantaggi si concretizzano invece per chi ha scommesso sul ribasso dei titoli. Per la banca, i benefici sono gli stessi che hanno determinato l'aumento dei prezzi: una maggiore fiducia nella ripresa del gruppo, un miglioramento del bilancio e soprattutto lo spostamento dei vincoli sui requisiti di capitale dal 2015 al 2019 deciso alla fine del 2012. Tali  requisiti di capitale erano infatti particolarmente onerosi per MPS, e la dilazione di 4 anni è una sostanziale boccata di ossigeno».
 
No all’ipotesi scalata Sempre secondo quanto riporta il Sole, «nessuna scalata è in corso», avrebbero assicurato Profumo e Viola. Il rialzo del titolo sarebbe dovuto al miglioramento dello spread Btp-Bund che, specie per Istituti come il Monte – che possiede un portafoglio di 24 miliardi di titoli di Stato -, rappresenta sicuramente una fonte di beneficio. Sempre sotto l’occhio vigile della Consob che monitora serratamente il titolo, anche se per adesso è possibile solo pensare che quest’ingente numero di ordini arrivi dall’estero. «La Consob – spiega ancora Renò – è obbligata per statuto a monitorare l'andamento dei prezzi delle azioni per contrastare potenziali manipolazioni da parte di grossi investitori che portino il prezzo lontano dai valori fondamentali, danneggiando gli azionisti. Un maggior livello di controllo scatta in automatico quando i movimenti dei prezzi sono rilevanti e concentrati in poco tempo. Inoltre, il Monte dei Paschi è sotto osservazione perché, con i prezzi delle azioni così bassi, è più fragile rispetto a insider trading e manipolazione».
 
Rivoluzione in Palazzo Sansedoni Quindi, per ora, la situazione sembra controllo. E il segno più in borsa può essere considerato in effetti «una prima buona notizia del 2013», come ha detto il Governatore della Toscana Enrico Rossi (video). Anche se, per onor di cronaca, c'è ancora in ballo una trattativa con i sindacati che ha tutt'ora i caratteri di un'intrigata matassa, specie alla luce della ferma opposizione della Fisac Cgil al nuovo piano industriale (leggi). «La risalita dei prezzi è in gran parte legata alla diminuzione dello spread, ma una componente è anche dovuta al migliorato clima di fiducia attorno alla banca – sottolinea infine in professor Renò -, ai recenti accordi sindacali, alla dilazione dei termini sui requisiti di capitale e alla sensazione, sempre più diffusa, che Mps stia operando una ristrutturazione interna che ne possa migliorare l'efficienza sul medio-lungo periodo». Ma cosa succederà quando arriverà l’aumento di capitale previsto nel 2014? Una prospettiva su cui è la Fondazione a dover fare grande attenzione. Ad agosto 2013, inoltre, Palazzo Sansedoni rivoluzionerà e rinnoverà le sue cariche e la deputazione generale (8 nominati da Comune di Siena, 5 dalla Provincia, e uno a testa da Regione, Unisi e Diocesi, ndr) che a sua volta nomina presidente – Mancini ha già annunciato che non si ripresenterà – e deputazione amministratrice. Un’agenda densa di impegni e di scadenze con un bilancio che verrà chiuso in rosso nel 2012 e non permetterà di fare erogazioni nel 2013. E con il titolo del Monte in salita l’operato dei nuovi vertici della Fondazione potrebbe farsi ancor più problematico: il 34.9% di quote Mps in possesso a Palazzo Sansedoni potrebbe scendere ulteriormente e Siena rischierebbe di perdere il controllo sulla “sua” banca.