Caso Antonveneta, oggi i nodi vengono al pettine, si chiude l’inchiesta e si attendono nuovi colpi di scena. Oltre ventimila pagine rilegate in quaranta faldoni racchiudono i segreti dell’inchiesta sull’acquisizione di Banca Antonveneta avvenuta nel 2008 da parte del Monte dei Paschi di Siena per un ammontare complessivo di 9,3 miliardi di euro a cui devono aggiungersi gli oltre 8 miliardi di debiti contratti e che Mps dovette saldare in tempi rapidi (leggi). Un’operazione che portò anche ad un aumento di capitale di 5 miliardi e all’emissione di un miliardo di titoli Fresh, ossia obbligazioni convertibili. Un grande esborso di soldi che, oltre a minare la solidità di bilancio della banca senese, ha “catturato” l’attenzione degli inquirenti dall’ottobre 2011 secondo cui tutte le operazioni finanziarie in questione non sarebbero state possibili se Rocca Salimbeni avesse mostrato la sua reale situazione patrimoniale.
 
Gli indagati Faldoni dovrebbero essere stati chiusi ieri dai Pm titolari dell’inchiesta Antonino Nastasi, Giuseppe Grosso e Aldo Natalini  e stamattina sono partite le notifiche di conclusione indagini per 11 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche. Ad essere iscritto nel registro degli indagati sulle fonti di finanziamento per l’aumento di capitale per l’acquisizione di Antonveneta, a vario titolo, sono l'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni, Daniele Pirondini, Marco Morelli, Giovanni Raffaele Rizzi, Fabrizio Rossi, Tommaso Di Tanno, Pietro Fabretti, Leonardo Pizzichi. In base alla legge 231 sulla responsabilità dell'impresa la notifica di conclusione indagini è stata consegnata anche a Banca Monte dei Paschi di Siena, nella persona del presidente e legale rappresentante Alessandro Profumo e a JP Morgan nelle persone dei suoi legali rappresentanti Roger John Barbour e Rebecca Katherina e Smith. Ai difensori è stato inoltre notificato contestualmente l'avviso di deposito delle intercettazioni telefoniche in base all'articolo 268.
 
I capi di accusa Nel dettaglio, suddivisi per diversi reati, sono indagati per ostacolo alle autorità di vigilanza in concorso, relativamente al prestito Fresh, Vigni, Pirondini e Morelli; per falso in prospetto Mussari, Vigni, Pirondini e Rizzi; per manipolazione del mercato in concorso Mussari, Vigni, Pirondini; per ostacolo all’autorità di vigilanza in concorso Di Tanno, Fabretti e Pizzichi.
 
Possibili colpi di scena Non è escluso che altri reati possano essere contestati agli attuali indagati come è ipotizzabile che il numero dei soggetti iscritti al registro degli indagati possa crescere. Sul caso Antonveneta potrebbero emergere nuove accuse e un nuovo caso di insider trading dopo quello imputato a Michele Briamonte in merito alla “soffiata” sull’azione di responsabilità dell’istituto senese verso i precedenti vertici (leggi). Per conoscere quali accuse, a chi saranno imputate e per quail motivi nel dettaglio, bisognerà attendere domani.
 
Oggi segreti svelati I segreti racchiusi in oltre ventimila pagine rilegate in quaranta faldoni saranno rivelati questo pomeriggio quando, a chiusura della Borsa, il Procuratore Capo Tito Salerno e i sostituti Nastasi, Natalini e Grosso insieme ai finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria che hanno svolto le indagini, incontreranno i giornalisti

Avviso di conclusione indagine anche a Jp Morgan E i primi segreti vengono a galla ancor prima della conferenza stampa di questo pomeriggio. La Procura di Siena ha infatti inviato anche a Jp Morgan l'avviso di conclusione indagine. La notizia trova conferma da fonti giudiziarie. Jp Morgan era intervenuta nell'emissione del Fresh lanciato per il finanziamento dell'operazione. L'avviso di chiusura indagine, secondo quanto si apprende, riguarda Jp Morgan per un coinvolgimento ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese. A Jp Morgan la Procura di Siena contesta un "illecito amministrativo" in base alla legge 231 «in relazione alla commissione del delitto di cui all'articolo 2638 Codice civile (perchè – si legge nell'avviso di chiusura indagine – non comunicava a Banca d'Italia che Jp Morgan aveva ricevuto da Mps indemnity con cui la banca senese la garantiva da eventuali perdite o passività debitamente documentate che potevano derivare da accadimenti correlati alla sottoscrizione delle obbligazioni Fresh collegate alla emissione delle azioni oggetto dell'aumento di capitale riservato a Jp Morgan)». Tale delitto, scrivono i magistrati, sarebbe stato «commesso nell'interesse e a vantaggio di Jp Morgan Securities Ltd da persona allo stato ignota – per la quale si procede separatamente – che rivestiva al momento del fatto funzioni di rappresentanza, di amministrazione e comunque direzione della società»