Prosegue la spaccatura sindacale all’interno della Banca Monte dei Paschi di Siena dopo la firma da separati in casa dell’accordo quadro per il rilancio della banca stessa (leggi). Una firma che ha sancito il divorzio tra sigle sindacali, su tutte Fabi da una parte e Fisac-Cgil dall’altra, scatenando i botta e risposta su reponsabilità oggettive e strategie. Accuse reciproche che gettano ombre sull’operato dei sindacati stessi e che, soprattutto, non giovano ai lavoratori che si trovano senza quei punti di riferimento per la rivendicazione dei propri diritti. Non sembra più lotta di classe ma lotta tra poveri…che poi poveri non sono, diciamocelo, e che fino ad oggi hanno goduto e godono di privilegi perlomeno desueti se calati nel mondo del lavoro attuale. Quella commistione di diritti/privilegi che nel marzo scorso aveva portato 8mila dipendenti tra le vie di Siena (leggi). Ma quello forse non era il tempo delle accuse, era il momento degli slogan e delle bandiere di qualsiasi sigla sindacale essi fossero.
Fabi vs Fisac Soltanto ieri la Fabi dell’Umbria si è scagliata contro la Fisac senese accusandola addirittura di essere parte integrante di un sistema politico e gestionale che ha portato alle attuali condizioni della banca senese. «La Fisac a Siena è il sindacato che ha cogestito il potere insieme, con una commistione tra sindacato Fisac e Politica Cgil che ha portato ad una logica di gestione del potere legato alle tessere mentre c’era bisogno di professionalità. Su questo la Fisac dovrebbe riflettere, oggi. E di questo I suoi iscritti dovrebbero chiedere conto al proprio sindacato, oggi»
Fisac vs Fabi Oggi la nota della Fisac Cgil di Siena che, seppur in maniera forse più velata senza citare direttamente il destinatario, rispedisce al mittente le accuse. «La FISAC-CGIL – si legge nella nota – sta portando avanti, coerentemente con quanto stabilito dai suoi organi statutari, il programma di assemblee con i lavoratori per farli esprimere, con un voto libero e certificato, sull'accordo separato del 19 dicembre 2012. Evidentemente questa prova di democrazia, che peraltro è prevista anche dal contratto nazionale di categoria, dà fastidio a qualcuno che con pretestuose e infondate ipotesi cerca di screditarci. Inaccettabile risulta poi il contrapporre situazioni di lavoratori di diversi settori coinvolgendoli in una subdola lotta tra poveri per sminuire il significato di ciò che sta avvenendo al Monte dei Paschi. Come CGIL non accettiamo critiche insensate sulla sensibilità nei confronti del mondo del lavoro, la nostra storia parla chiaro. Noi stiamo con gli operai, con la scuola, con gli edili, con i disoccupati e quanto altro, abbiamo sempre difeso i diritti dei lavoratori e non i privilegi, al contrario di altri. Come FISAC-CGIL Abbiamo peraltro ufficialmente richiesto, alle altre sigle sindacali firmatarie dell'accordo separato, assemblee “unitarie” con voto certificato, è in quell'ambito si sarebbero dovute portare avanti, in un confronto aperto e trasparente, le proprie tesi, le proprie idee e far votare i lavoratori, non andare sui giornali. Ciò non è stato possibile per volontà degli altri, noi in piena coerenza andremo avanti, guardando le persone in faccia e mettendoci la nostra, a dispetto delle illazioni e degli attacchi politici mirati che troppo spesso vanno a braccetto con l'Azienda».
Due spunti e accapo Non sembrano passati mesi ma anni dagli ottomila in piazza uniti pronti a difendere i propri diritti/privilegi. Nella lotta di classe che si trasforma in una guerra tra poveri, che poi così poveri non sono, ci guadagna intanto l’azienda da sempre ferma nella propria posizione…e le tessere si strappano e si riconsegnano. Segno anche questo di un cambiamento e di un sindacato che passa dalla piazza di un Quarto Stato alla strada di una Lobby. A perdere sono i lavoratori, più o meno poveri.
Home Cronache