«Per restare alla presidenza di Mps occorre combinare due volontà: la volontà degli azionisti e la mia. Da qui ad aprile vedremo cosa fare. Se gli azionisti vorranno che resti e se io vorrò restare». Così il presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo ha risposto nell’intervista pubblicata nell’ebook de La Stampa, “Avevamo una banca”, a cura di Gianluca Paolucci e Giuseppe Bottero, a proposito del suo futuro al vertice del gruppo in vista della scadenza del mandato.
Profumo e il Monte Nell’ebook, che ripercorre gli ultimi due anni della banca senese attraverso gli articoli pubblicati da La Stampa, ovvero dalla scoperta dei prodotti tossici fuori bilancio alla difficile situazione attuale di fronte alla Bce, Profumo afferma di non aver mai ricevuto pressioni di alcun tipo. «Forse è per il mio carattere ma pressioni specifiche non ne ho avute. Qualcuno magari avrebbe voluto ma avrà temuto una rispostaccia. Abbiamo vissuto una fortissima ostilità su alcune scelte che abbiamo fatto. Pensiamo al tema del tetto del 4% al possesso azionario, ad esempio».
Profumo: «Senza me e Viola, Mps non ci sarebbe più» Quanto al lungo negoziato con le Autorità di controllo e, in particolare, con la Commissione europea, il presidente del Monte dei Paschi spiega che anche in quel caso non si è trattato di pressioni. «Abbiamo avuto un rapporto intenso con le istituzioni, ma non ci sono mai state polemiche personali, anche se le negoziazioni sono state molto complicate». Il numero uno di Mps difende poi l’operato finora svolto a Siena. E afferma che rifarebbe tutte le scelte fatte, precisando comunque «che quel bilancio andrà fatto quando la vicenda sarà chiusa». Tirando le somme, però, è sicuro di dire che «senza la coppia Profumo-Viola, Mps non ci sarebbe più. Si può dire che è una risposta arrogante ma sinceramente credo sia così». A proposito, invece, del negoziato in corso con l’Eurotower alla luce della bocciatura all’esame del Comprehensive assessment dal quale è emerso un deficit patrimoniale di 2,1 miliardi di euro, ribadisce: «Su questo non posso dire assolutamente nulla».
Profumo e Siena Il presidente di Rocca Salimbeni definisce infine il suo rapporto con la città «a doppia faccia. Certamente difficile – afferma Profumo – con quella parte che non ha mai voluto prendere atto delle difficoltà. E molto spesso devo dire che si è trattato di quella parte che ara in qualche modo coinvolta con la passata gestione. Dall’altra un ottimo rapporto con il mondo delle contrade, un mondo che mi piace tantissimo, molto positivo, che non esiste solo per il Palio e chi non è senese non può cogliere fino in fondo».