«Questa situazione basata sulla paura e l'incertezza non è assolutamente funzionale agli obiettivi di risanamento». Lo afferma in una nota, ricordando «il licenziamento di oltre 100 dirigenti», la Fisac-Cgil del gruppo Mps, secondo cui «l'azienda procede inesorabile nel convocare individualmente le persone mettendole di fronte all'unica alternativa possibile: le dimissioni o il licenziamento ai sensi del contratto dirigenti».
L’entrata di nuove professionalità Questa politica, accusa il sindacato, «non corrisponde a criteri di vicinanza alla pensione, ai carichi familiari, all'esperienza acquisita e agli anni dedicati alla banca, alla disponibilità di chi, piuttosto, accetterebbe un cospicuo ridimensionamento di ruolo e di stipendio, e colpisce indifferentemente colleghi legati alla gestione e colleghi direttamente impegnati nelle attività commerciali». Tutto ciò, sostiene la Fisac, «si accompagna all'assunzione dal mercato di professionalità che quindi l'attuale top management non ritiene siano presenti all'interno, ovviamente con contratti e retribuzioni di cui nulla è dato sapere».
Contro gli obiettivi di risanamento «Pensiamo invece che le conseguenze di questo atteggiamento si ripercuotano su tutta la struttura e su tutto il personale – conclude la nota – impedendo la soluzione di problemi organizzativi e di carenze di organico che riscontriamo quotidianamente. Pensiamo che sia ora di agire in direzione contraria, per il bene proprio di questa Banca e dei Dipendenti che vivono del proprio Lavoro».
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