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Luigi Bellumori, Fabrizio Viola, Mario Salvestroni

Un altro tassello di Maremma che si incunea nel sistema Siena e un altro tassello confindustriale che si aggiunge al Monte dei Paschi. Come non vederci uno schema? Dopo la nomina l’estate scorsa della grossetana (di Gavorrano) Antonella Mansi a presidente della Fondazione Mps, con sede in via Banchi di sotto, oggi a fare notizia è la nomina del grossetano Mario Salvestroni a presidente di Mps Capital Service, votata nell’assemblea dei soci del 28 aprile scorso convocata a Firenze, in concomitanza con l’assemblea degli azionisti Mps a Siena (quella di Beppe Grillo per intendersi).

Due uomini della Maremma che, dopo secoli, sembra seriamente intenzionata a riprendersi il controllo degli antichi “Pascoli”. Come, dunque, non vederci uno schema dopo che per anni Grosseto aveva chiesto spazi e ultimamente per voce del presidente della Provincia, Leonardo Marras, aveva gridato al complotto per uno Statuto approvato che non prevedeva quote di genere geografiche? Fa dunque bene la Confindustria maremmana a festeggiare. «Con la nomina di Salvestroni, il Monte dei Paschi di Siena ha confermato il suo interesse prioritario verso l’economia reale del Paese e del nostro territorio».

Ma lo schema comincia ad apparire ancora più chiaro se si considera che Salvestroni è stato fino al 2013 presidente di Confindustria Grosseto e responsabile della commissione credito e finanza di Confindustria Toscana e componente della commissione credito e finanza di Confindustria Nazionale. Ma soprattutto che dal maggio 2013 è componente della Giunta confederale di Confindustria Nazionale (leggi). Insomma, un uomo di Giorgio Squinzi e della stessa Antonella Mansi che a Roma ancora ricopre l’incarico di vicepresidente e responsabile organizzazione dell’associazione di via dell’Astronomia.

Se si considera, poi, che nella stessa Fondazione Mps, accanto alla Mansi, siede anche Camilla Dei, già presidente dei Giovani industriali di Siena alla fine degli anni ’90 e da sempre molto vicina alla neo presidente di Eni, Emma Marcegaglia, lo schema comincia ad apparire chiaro. E oggi i confindustriali piazzano una nuova, importante, pedina in una controllata che gestisce i prodotti finanziari alle imprese. Peraltro, lasciata in grande salute dal management uscente (presidente era Aldighiero Fini) con oltre 70 milioni di utili, al lordo delle imposte, nel primo trimestre del 2014.

Il sistema confindustriale, dunque, si sta radicando nella banca più antica del mondo e la conquista è partita dalla costa maremmana, dove, come noto, risiede stabilmente il giudice costituzionale Giuliano Amato, che pare un grande estimatore dello stesso Salvestroni. Non resta che attendere le prossime mosse. E magari vedere quel che succede intorno a Capalbio dove si tiene ogni fine estate il premio “Capalbio Economia”, conferito dal Comune (oggi commissariato e presto al voto) e da Confindustria Toscana. A settembre scorso venne a ritirare l’ambito riconoscimento l’ad di Mps, Fabrizio Viola, premiava Mario Salvestroni. In prima fila tra gli spettatori c’era il presidente della Provincia Leonardo Marras, che infatti da tempo ha smesso di lamentarsi della scarsa attenzione di Mps per il suo territorio. E a Siena, invece, la politica cosa fa? Si limita a essere spettatrice di ciò che succede in Rocca Salimbeni e a Palazzo Sansedoni?

Ah, s’io fosse fuoco