«Le evidenze ci dicono che siamo già risucchiati dal dibattito elettorale, il mio auspicio è che alla fine ci sia anche attenzione per la terza banca del Paese e soprattutto per le 31mila persone e relative famiglie che operano tutti i giorni all'interno di essa». Così l'amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena Fabrizio Viola ha risposto alle domande di SkyTg24 sul caos mediatico-politico scatenato dallo scandalo derivati che sta travolgendo la banca. Una vera e propria bufera che si scaglia adesso sui vertici di tutto il Pd. Nazionale e locale. In campagna elettorale per giunta. La speranza, per il centrosinistra è che il crollo di Rocca Salmbeni (vignetta del senese Giannelli sul Corriere della Sera), non si traduca in un effetto domino anche per la politica. Intanto ieri, a Le Invasioni Barbariche, Matteo Renzi ha intrapreso il nuovo viaggio mediatico, di campagna elettorale, in favore di Bersani. Daria Bignardi non ha mancato l’appuntamento con la domanda inerente alle questioni senesi. «Ci sono responsabilità evidenti di chi ha governato la città di Siena e un eccesso di cattiva politica». Ha detto il sindaco di Firenze, lanciando, per così dire, il sasso nello stagno. E di chi sono queste responsabilità? In tanti a Siena si auspicano delle «prese di responsabilità» o anche degli «atti di responsabilità». Per ora però, in molti sono solo pronti a smarcarsi. Specie a livello nazionale cercando di far rimanere il tutto "compattamente" tra Porta Romana e Porta Camollia.
 
D’Alema e Guicciardini «L'amministrazione comunale di Siena certamente, essendo parte della Fondazione Monte dei Paschi, si occupa della banca. È naturale sia così, questo è il suo compito. Nel senso che la proprietà è posseduta da una Fondazione di cui sono soci gli enti locali. In questo non c'è nulla di scandaloso. Il Pd non si è mai occupato del Monte dei Paschi». Così Massimo D'Alema dalle frequenze di Rtl 102.5. «Mentre il Pd non si è mai occupato di Mps, il sindaco se ne è occupato e in particolare il sindaco Ceccuzzi è stato quello che ha chiesto oltre un anno fa un ricambio totale al vertice della banca e lo ha fatto anche sfidando le resistenze che lo hanno portato alle dimissioni. Sono i fatti, non vedo perché ci si debba arrabbiare». Parole, queste, che fanno eco a quelle pronunciate ieri, a Siena, dal segretario provinciale dei democratici Niccolò Guicciardini. «Il Pd in questa vicenda non parte da zero perché è stato dato nei fatti un input di “discontinuità” dal candidato sindaco e dal presidente della Provincia. In questo senso l’operazione verità portata avanti fin dall’insediamento dell’attuale management è la strada migliore per riportare la banca su un binario di stabilità e di crescita».
 
Ceccuzzi e Bersani rischiano Si difende quindi Ceccuzzi, ex sindaco e candidato nuovamente alla poltrona di primo cittadino in Palazzo Pubblico per il centro sinistra. Si dimentica però, che nella visione di molti, Ceccuzzi rappresenta anche la vecchia politica e il vecchio centrosinistra, avendo già ricoperto in passato il ruolo di segretario dei Ds e quello di parlamentare del Pd. Per di più, non sono mancate negli anni manifestazioni di solidarietà con Giuseppe Mussari, l’ex numero uno di Rocca Salimbeni, oggi alla gogna mediatica per tutto quello che sta accadendo a Rocca Salimbeni. Si prosegue, dunque, con dichiarazioni all’insegna della «discontinuità», cavallo di battaglia della prima amministrazione-Ceccuzzi. Vedremo se potrà bastare ai senesi quando saranno chiamati alle urne per scegliere una guida per far uscire la città dalla crisi più cupa della sua politica e della sua banca. La sensazione è che Ceccuzzi sia sempre più in bilico e i soli 2400 (circa) votanti delle primarie cittadine rappresentano una cifra impietosa per Siena. Circa il quadruplo degli elettori di centrosinistra aveva messo la sua “X” al momento di scegliere tra Renzi e Bersani. E questo la dice lunga. Ma anche il segretario nazionale del Pd si trova oggi nell’occhio del ciclone. Pierluigi Bersani ad Agorà è tornato sul Monte dei Paschi. «Il Pd non c'entra nulla con il caso derivati che sta investendo il Monte dei Paschi di Siena perché il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche». Basterà questo a Bersani per smarcarsi e per distogliere l’attenzione dalle implicazioni politiche che legano Pd e Mps? Riporta oggi Il Fatto che in 9 anni, Mussari ha donato ai Ds e al Pd di Siena circa 700mila euro. La questione fondamentale all’interno del centrosinistra, adesso, sembra essere quella di far rimanere la bagarre politica all’interno delle mura senesi. Nell’auspicio che in tutto il resto d’Italia i buoi non siano già scappati dalle stalle…

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