Ordinanza interdittiva dagli uffici direttivi nei confronti dell'avvocato Michele Briamonte, componente del Cda della banca Monte dei Paschi. Il provvedimento, notificato a Perugia dagli uomini della Gdf, è stato emesso dal Gip di Siena su richiesta della Procura della Repubblica. Nei confronti di Briamonte, la magistratura di Siena ipotizza il reato di insider trading. Secondo l'accusa, Briamonte avrebbe riferito ad alcuni giornalisti i contenuti di una riunione del Cda del Monte dei Paschi, che aveva deciso poco prima di avviare un'azione di responsabilità nei confronti della banca finanziaria Nomura.
La soffiata dopo la riunione del Cda La riunione del Cda a cui si fa riferimento è quella del 28 febbraio durante la quale fu decisa anche l’azione di responsabilità e risarcitoria nei confronti dell’ex management Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Dopo pochi giorni, il 5 marzo, si aprì il nuovo filone di indagini per sospetto insider trading con perquisizioni a Milano, Torino e Lecce da parte dei militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf a carico di Briamonte e dell’alltro membro del Cda Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121, risultato poi estraneo (leggi) .
L’accusa di insider trading Inizialmente l'imputazione di insider trading sarebbe stata a carico di ignoti. Il nuovo fascicolo era stato aperto segnalando la violazione dell'art. 184 lettera B del Testo unico della Finanza che riguarda l'abuso di informazioni privilegiate. In sostanza i Pm senesi hanno indagato su notizie comunicate alla stampa, prima che al mercato azionario, a proposito di decisioni prese in seno al Cda. Comunicazioni sensibili fornite a terzi estranei alla banca prima di depositare gli atti per la citazione al Tribunale di Firenze. A presentare l'esposto alla Procura di Siena dopo la pubblicazione delle notizie sull'azione di responsabilità e la richiesta di danni decise dal Cda di Mps, sarebbe stata la stessa banca per mano dell’amministratore delegato Fabrizio Viola.
Interdizione rinnovabile La misura interdittiva nei confronti di Briamonte, indagato per insider trading, è valida per due mesi ma è rinnovabile. A lui i Pm titolari dell'inchiesta su Mps, Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, sarebbero arrivati grazie ai tabulati telefonici. La notizia della decisione presa dal Cda del Monte, il 28 febbraio, di avviare l'azione di responsabilità nei confronti dei vecchi vertici, e quella risarcitoria verso Banca Nomura e Deutsche Bank, era apparsa su un quotidiano il primo marzo, prima che la banca depositasse al tribunale civile l'azione di responsabilità.
I legami con l’inchiesta sul suicidio di David Rossi L'inchiesta per insider trading, di fatto, con il provvedimento nei confronti di Briamonte, secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, viene chiusa e ciò, secondo le stesse fonti, permetterà di chiudere anche quella sulla morte di David Rossi, l'ex responsabile della comunicazione di Mps suicidatosi il 6 marzo. All'epoca, infatti, qualcuno all'interno della banca avrebbe ipotizzato che l'autore della soffiata al quotidiano fosse stato Rossi e che quest'accusa fosse uno dei motivi che lo aveva spinto al suicidio.
“L’avvocato dell’Avvocato Agnelli” Michele Briamonte, 36 anni, è consigliere di Mps dall'aprile 2012, quando alla presidenza dell'istituto senese arrivò Alessandro Profumo. Conosciuto come il legale di Fiat e Juventus, Briamonte fa parte infatti dello studio Grande Stevens, da sempre “l'avvocato dell'Avvocato Agnelli”. In questa veste ha difeso il club bianconero nella vicenda Calciopoli e lo stesso Grande Stevens nel processo per l'equity swap di Ifil-Exor, che ha visto il 21 febbraio la condanna in Appello di Gabetti e Grande Stevens. La nomina nel cda di Mps per l'avvocato piemontese arrivò grazie alla decisione di inserirlo nella lista dei soci privati formata da Unicoop, Finamonte (la finanziaria della famiglia Aleotti, proprietaria della Menarini). Pochi giorni dopo la perquisizione del 5 marzo dell'abitazione e degli uffici di Briamonte, ordinata dalla procura senese, L'Espresso pubblicò la notizia che l'avvocato, che è anche un consulente dello Ior, era stato fermato per un controllo a Fiumicino insieme a monsignor Roberto Lucchini, uno dei collaboratori del Segretario di Stato, cardinale Tarciso Bertone. Briamonte presentò ai finanzieri un passaporto diplomatico vaticano, cosa che gli avrebbe permesso di evitare la perquisizione dei bagagli. Subito, però, vennero esclusi collegamenti tra l'inchiesta senese e quanto successo a Fiumicino. Poco più di un mese prima alla Procura di Siena i magistrati titolari dell'inchiesta su Mps avevano sentito, come persona informata sui fatti l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, da sempre rappresentante in Italia di Banco Santander, l'istituto che aveva venduto nel 2009 al Monte Antonveneta per 9,3 miliardi di euro.
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