Nel Monte dei destini incrociati tra banca e Fondazione (leggi) si avvicina l’incrocio più pericoloso: l’aumento di capitale. Difficile capire se e come si divideranno le strade tra quelli che furono i simboli e il vanto di Siena, delle sue istituzioni, della politica e dei suoi cittadini. A Rocca Salimbeni si vorrebbe arrivare quanto prima all’aumento di Capitale. A Palazzo Sansedoni si scongiurano tutte le scorciatoie per arrivare al famigerato incrocio pericoloso. I vertici di entrambi, per loro stessa ammissione, lavorano nell’interesse dell’ente che rappresentano, chi con un codice civile e chi con uno statuto nelle mani. Regole, comunque, scritte in piani di risanamento per quella partita che si gioca ogni giorno con mosse che appaiono a molti impopolari e per cui, in molti, si sentono autorizzati al populismo. E’ alle spalle ormai quella strada lungo la quale banca e Fondazione camminavano a braccetto, le scelte erano prese in comunione d’intenti o l’una dettava le regole all’altra. Quello che appare evidente, oggi, è che ci si avvicina sempre più all’incrocio pericoloso dell’aumento di capitale dopo il quale le due strade potrebbero separarsi. Oggi, da una parte c’è un aiuto di Stato, dall’altra uno stato d’aiuto richiesto alle banche creditrici. Domani, da una parte e dall’altra c’è solo la salvezza. Ma gli interessi e le vie sono differenti.
Gennaio, «una prospettiva penalizzante»Emblematico in tal senso il botta e risposta sulla tempistica dell’aumento di capitale tra i due presidenti, Alessandro Profumo per la banca e Antonella Mansi per la Fondazione Mps. E’ stata quest’ultima ieri, al termine della Deputazione Generale, a intervenire sull’ipotesi che la ricapitalizzazione potesse avvenire a gennaio sottolineando che sarebbe «una prospettiva fortemente penalizzante» aggiungendo inoltre che «il tempo per noi non è una variabile irrilevante e auspichiamo un percorso che non penalizzi la Fondazione che ha in sè buone volontà e alcune leve, non tutte, per mettersi in un percorso di messa in sicurezza che è rimasto la nostra stella polare, la nostra missione».
Cda della banca agisce «nell’interesse di tutti gli azionisti» Pronta la risposta di Profumo che oggi, antrando al comitato esecutivo dell’Abi, a chi gli chiedeva un commento sulle parole della presidente Mansi, ha ribadito: «Noi ci muoviamo sulla base di ciò che dice il codice civile. Il consiglio di amministrazione deve operare nell'interesse di tutta l'azienda e di tutti gli azionisti». Profumo ha quindi sottolineato che il Cda di Mps farà «tutte le valutazioni nell'interesse del Monte dei Paschi e del 100% degli azionisti»
La controreplica della Mansi: «L’interesse della banca ci è molto chiaro e caro» «Sono certa che tutti stanno operando per la tutela dell'azionariato e per il futuro dell'istituto: la ritengo una premessa naturale al lavoro di ogni buon amministratore». Così la presidente Mansi in una controreplica dopo le parole di Profumo. «Ritengo parallelamente che sia una mia precisa responsabilità rappresentare correttamente lo stato delle cose – ha aggiunto Mansi. In una fase così delicata ogni decisione va assunta nella consapevolezza del contesto». Mansi, raggiunta telefonicamente dall’Ansaa margine di una serie di incontri istituzionali da lei avuti oggi in Confindustria a Roma nella sua veste di vicepresidente degli industriali italiani, ricorda che fin dal suo insediamento a Palazzo Sansedoni ha sempre rappresentato «correttamente» la situazione, «e continuerò a farlo» dice. «L'interesse della Banca – ha proseguito la presidente rispondendo a Profumo – ci è molto chiaro e caro essendo, in questo preciso momento, praticamente il nostro unico asset». Anche per questo, ha aggiunto, «in quanto rappresentante dell'Ente lavorerò, ed è mio dovere, prima di tutto alla messa in sicurezza e alla tutela del suo patrimonio. Confido, in ogni caso, che si possa arrivare tutti insieme a una soluzione che dia prospettive ad entrambi, nell'interesse della Banca e della Fondazione»
Dimissioni in banca, tutto risolto Nei percorsi recenti sia di banca che di Fondazione si è assistito a dimissioni illustri, membri del Cda da una parte, Direttore Generale e vicepresidente dall’altra. Difficile avere consensi unanimi anche nei piccoli consessi specie se le scelte da prendere sono impopolari. In banca il Cda è già stato ricomposto in occasione del via libera ai dati sulla terza trimestrale 2013 (leggi).
Dimissioni in Fondazione, verso la risoluzione. Dei vicepresidente pro tempore Per quanto riguarda invece le dimissioni a Palazzo Sansedoni alcune pedine devono ancora andare al loro posto ma nel giro di un mese tutto dovrebbe essere risolto. Sull’addio di Giorgio Olivato dalla vicepresidenza e dalla poltrona in Deputazione Amministratrice (leggi), ieri la presidente Mansi ha motivato la sua scelta dettata da «riserve sull'applicazione delle linee strategiche che avevamo fino a quel momento condiviso». Secondo quanto si apprende la carica di vicepresidente sarebbe pro tempore in mano a Camilla Dei, anch’essa facente parte della Deputazione Amministratrice, e la scelta sarebbe ricaduta su di lei per meri motivi logistici dal momento che essendo la più vicina a Siena e non potendo invece la Mansi garantire la presenza costante in città, in caso di adempimenti tecnici come le firme di documenti la Dei sarebbe stata individuata come persona ideale. Per vedere il completamento della Deputazione Amministratrice, invece, bisognerà aspettare il 3 dicembre quando è convocata la nuova riunione della Deputazione Generale chiamata a scegliere tra quei curricula e quei nomi che erano già sul tavolo alla fine di agosto. La scelta non dovrebbe ricadere su un tecnico economico come Olivato quanto invece su un manager o un tecnico aziendale. Sulla scelta influirebbe anche l’incarico ad un advisor per la vendita delle quote di banca. Per quanto riguarda invece la carica di Direttore Generale la sostituzione dopo le dimissioni di Claudio Pieri (leggi) sembra necessitare di un po’ più di tempo. Antonella Mansi e la Deputazione Amministratrice avrebbero già in mano una rosa di nomi tra i quali far ricadere la scelta.