I sindacati di Banca Mps chiedono all’azienda nuovi dati e maggiori elementi specifici sul tema delle esternalizzazioni previste nel Piano Industriale 2012-2015. Si è conclusa la seconda riunione del Tavolo Tecnico che vede di fronte due rappresentanti per ogni sigla sindacale (Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac- Cgil, Ugl e Uilca) e i vertici della Banca di Rocca Salimbeni. Nel corso della settimana il tavolo tecnico tornerà a riunirsi con l’intento di definire ed ottimizzare la lettura dei dati, allo scopo di individuare soluzioni e proposte alternative alle esternalizzazioni. Nella seduta di oggi le organizzazioni sindacali hanno ribadito una posizione di assoluta indisponibilità rispetto alla soluzione prospettata nel Piano Industriale sulla esternalizzazione del back-office, in quanto del tutto contraria alle previsioni del nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.
Previsione da perdita di oltre il miliardo di euro Mps si avvia a chiudere i conti del primo semestre con una perdita superiore al miliardo di euro. E' quanto sostengono alcuni analisti citati da Bloomberg che prevedono una nuova svalutazione dell'avviamento frutto dell'acquisizione di Antonveneta. Se così fosse l'ingresso dello Stato nel capitale della banca diventerebbe inevitabile. Gli accordi sui nuovi Monti-Bond prevedono infatti che, in assenza di utili a fine anno, il Tesoro venga remunerato in azioni della banca. Intanto proprio oggi la Banca di Rocca Salimbeni ha annunciato che martedì 28 agosto presenterà i dati del primo semestre 2012.
Il peso di Antonveneta Secondo alcune case d'investimento, tra cui Kepler e Cheuvreux, il Monte dei Paschi di Siena, in occasione dell'approvazione dei conti semestrali il prossimo 28 agosto, svaluterà ancora l'avviamento di Antonveneta. In bilancio il Monte conserva ancora 2,2 miliardi di avviamenti in relazione all'acquisizione della banca padovana dopo la maxi-svalutazione da 4,3 miliardi decisa a fine 2011. Lo svolgimento di un nuovo impairment test, che «potrebbe comportare una svalutazione materiale degli avviamenti», era stato annunciato dal Monte in occasione dell'approvazione del piano industriale, lo scorso 27 giugno. «Il risultato del test – aveva detto Mps in quell'occasione – sarà reso noto unitamente all'approvazione dei dati del primo semestre». Una perdita così consistente aprirebbe la strada all'ingresso dello Stato nella banca.
Si spalancano le porte allo Stato Gli accordi con il Tesoro per la sottoscrizione di 3,4 miliardi di nuovi Monti-Bond prevedono che, in caso di bilancio in rosso, lo Stato non incassi alcuna cedola ma l'equivalente in azioni. Il Tesoro valuterà però con grande generosità i titoli del Monte: non al valore di mercato (attualmente pari a 0,23 euro) ma a quello del patrimonio netto (1,05 euro ad azione al 31 marzo scorso). «Prevediamo un'emissione di azioni a favore del governo per 640 milioni di euro a causa di due anni di perdite» nel 2012 e nel 2013, scrive Cheuvreux. In luogo di 640 milioni di euro, pari a un rendimento annuo dei bond governativi di poco inferiore al 10%, il Tesoro si troverà in portafoglio – secondo il broker – una quota di circa il 7% del Monte. Già nel 2011, grazie al bilancio in rosso, il Monte ha evitato di pagare allo Stato circa 160 milioni di interessi su 1,9 miliardi di Tremonti bond. «Nel 2012 un 'salto' della cedola appare praticamente inevitabile a causa della nuova revisione dell'avviamento», sostiene Kbw. Di attesa «consistente svalutazione dell'avviamento» parla anche Exane Bnp Paribas, così come dà per "probabile" una rettifica degli attivi immateriali Banca Imi, di cui però ritiene «difficile fare una stima». «La svalutazione dell'avviamento sembra una scelta strategica per risparmiare denaro», ha commentato Fabrizio Spagna, della società di analisi finanziaria indipendente Axia Financial Research. «Il conto verrà pagato dallo Stato e dai contribuenti in quanto l'Italia riceverà azioni a cinque volte il loro valore anzichè denaro contante»
Scontro aperto anche su indipendenza Fondazione Mps «Rimaniamo stupiti dalle dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo. Non sapevamo che il Presidente della Banca fosse anche il responsabile della Fondazione». Così le sigle sindacali di Rocca Salimbeni in una nota sull’intervento del Presidente Profumo ad un’emittente locale in cui sosteneva che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena non può avere tutti i suoi beni investiti nel solo asset bancario. «Con quale presunzione il Presidente Profumo si arroga il diritto di decidere cosa debba fare la Fondazione – prosegue la nota -, quali titoli detenere, quali asset sono strategici o no? A Profumo, che probabilmente più che al risanamento dell'azienda punta ad un suo allontanamento dalla città, forse non va giù il fatto di non poter controllare autonomamente la Banca; vorrebbe disporre a suo piacimento della Banca, della Fondazione e magari del Siena calcio, della Mens Sana e perche’ no del Palio?». I sindacati chiudono poi rivolgendosi nuovamente a Profumo e ricordano che «la Fondazione è un organo indipendente dalla Banca ed è e deve rimanere autonomo».