mpsNessuno più a Siena sceglie di celebrare  con trionfalismo un nuovo “salvataggio” di banca Mps. Non potrebbe essere diversamente dal momento che, per la quinta volta negli ultimi 8 anni, da quella scellerata acquisizione di Antoneveneta, Rocca Salimbeni è chiamata ad un nuovo aumento di capitale. Dal 2008 alla fine del 2016, quando presumibilmente sarà realizzato l’aumento di capitale da 5 mld previsto nel piano messo appunto insieme alla Bce, Mps avrà chiesto uno sforzo di ricapitalizzazione ai propri azionisti e al mercato per un ammontare complessivo di oltre 20 miliardi. Eppure la banca oggi ha un valore di poco oltre  agli 800 milioni.

I senesi temono che anche questa volta possa non  essere sufficiente per salvare quella che ancora ritengono la  ‘loro’ banca. Non c’è più il timore dei tagli e delle esternalizzazioni tra i dipendenti, «siamo quelli del posto fisso per eccellenza» racconta uno di loro che però poi aggiunge: «sembra ogni volta il rammendo ad uno strappo senza rendersi conto che non  si fa un vestito nuovo».

Siena sembra apatica nel day after del via libera al piano di salvataggio della ‘sua’ banca, forse stanca del clamore mediatico degli ultimi anni forse distratta, in queste settimane, dalla tradizionale emigrazione nel mar di Follonica prima di rituffarsi nel Palio del 16 agosto. Di banca Mps si parla più sul bagnasciuga e sotto gli ombrelloni che sulle lastre di fronte  Piazza Salimbeni. Qui ci sono i turisti da ogni parte del mondo che, curiosi, si fanno selfie con la statua di Sallustio Bandini e  chiedono alle guide la storia della banca più antica del mondo, soffermandosi più sul passato che sul presente. Un presente a cui anche i senesi guardano con distacco in attesa di un futuro che, in  molti si augurano come già successo, non riserbi altri salvataggi per ‘babbo Monte’, anche perché l’impressione è che questo possa essere l’ultimo possibile.

Sotto l’ombrellone la brezza porta l’odor di ultima spiaggia…non di porti sicuri