Un conto salato, una ricerca spasmodica di nuovi soci, una Fondazione all’angolo e la speranza in un mercato più favorevole. Un poker di tematiche e obiettivi sul tavolo dei prossimi Cda di Banca Mps (11 e 24 settembre) senza assi nelle maniche per allontanare lo spettro di una nazionalizzazione che sarebbe sinonimo di missione fallita. La strada per il board di Rocca Salimbeni è tutta in salita dopo che l'Antitrust europeo e il Ministero del Tesoro hanno presentato il conto per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. Un conto più salato del previsto, visto che sul piatto c'è un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, ovvero il doppio delle previsioni.
 
Concluso il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles La notizia arriva a ventiquattro ore esatte dal vertice di Cernobbio tra il Commissario Europeo alla concorrenza, Joaquin Almunia, e il Ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, in cui è stato raggiunto l'accordo politico sul piano di ristrutturazione. Ad annunciarlo è stato proprio il Ministero del Tesoro con un comunicato in cui ha reso note le principali condizioni imposte da Bruxelles a Mps. Nel comunicato il Mef ricorda inoltre che il piano «è stato rivisto, individuando soluzioni di equilibrio rispetto ai cambiamenti auspicati» dalla Commissione Ue e «le modifiche, elaborate dal management di Mps e sottoposte anche alla Banca d'Italia, rispondono alle richieste della Commissione europea di ripristinare un modello di redditività sostenibile».
 
Aumento di capitale per rimborso Monti Bond Il primo paletto, come detto, è l'ammontare dell'aumento, ovvero 2,5 miliardi, che eguaglia l'attuale valore espresso in Borsa dalla banca. Nella nota, viene precisato inoltre che l'aumento servirà ad anticipare il rimborso degli aiuti di Stato, i cosiddetti Monti bond, ricevuti dall'istituto per oltre 4 miliardi di euro. Come tempistiche, il Tesoro conferma quanto anticipato in conferenza stampa da Almunia: due mesi per dare il via libera al piano di salvataggio e tutto il 2014 come finestra per varare l'aumento di capitale. Nel caso in cui il tandem Alessandro Profumo e Fabrizio Viola dovesse fallire nella ricerca di uno o più compratori della banca, allora Mps sarà nazionalizzata.
 
Due mesi per l’approvazione del nuovo piano Tra gli altri interventi stabiliti ci sono «ulteriori azioni di contenimento dei costi in aggiunta a quelle in corso di attuazione» e la riduzione «in modo graduale, dell'esposizione del portafoglio ai titoli governativi, senza pregiudicare il ruolo di Mps quale operatore di mercato». Il Tesoro spiega infine che «la formalizzazione dell'assenso della Commissione europea richiede ora che il nuovo piano sia deliberato dal Consiglio di amministrazione di Mps e sottoposto al Tesoro e alla Banca d'Italia, per la successiva trasmissione alla Commissione Ue, ai fini dell'adozione della decisione che le compete. Si prevede che l'iter di approvazione del Piano possa completarsi in circa due mesi».
 
Il titolo crolla e si riprende parzialmente Seduta difficile in Borsa quest’oggi per Mps sullo sfondo dell'aumento di capitale. Rocca Salimbeni, dopo un avvio difficile (quasi -5% nei primi scambi) ha chiuso a -2,82% (0,21 euro). Goldman Sachs ha pubblicato un primo report preoccupato per la forte diluizione, ma dove mantiene il giudizio “sell”. Sul mercato gli scambi sono stati sostenuti: sono infatti passati di mano oltre 179 milioni di pezzi contro una media quotidiana dell'ultimo mese di 120 milioni.
 
Sindaco Valentini: «Piano dovrà essere di salvataggio e rilancio»«Il piano industriale di Banca Monte dei Paschi di Siena dovrà essere rivisto intensamente e velocemente e dovrà aver un tempo solo: essere contemporaneamente di salvataggio e di rilancio». Così il sindaco di Siena, Bruno Valentini, all’Ansacommentando il piano di ristrutturazione del Monte deciso dal Mef con l'Unione europea. Per Valentini i vertici di Mps dovranno dimostrare ai dipendenti, agli azioni, ai clienti, vecchi e futuri, «che la banca è efficiente e di valore e sa salvarsi da sola». Si tratta di giocare una partita con «capitali privati», che possano sostenere il Monte anche da un punto di vista industriale, spiega il sindaco Valentini, «senza l'intervento dello Stato che non ha alcun tipo di interesse a diventare azionista». Per questo, secondo il primo cittadino di Siena, occorrerà ragionare anche su come trovare il consenso e la condivisione del piano «con i sindacati e il territorio» e la presenza di manager, sia nella Banca sia nella Fondazione, «oltre che strategica è anche una garanzia». Di certo, assicura Valentini, «il Comune non elaborerà più strategie anche perchè ha piena fiducia in chi è chiamato alla gestione». Perciò il sindaco preferisce evitare di parlare di quello che sarà il futuro della Fondazione Mps, attuale azionista di maggioranza della banca con il 33,5%, dopo il piano che sarà presentato dai vertici di Rocca Salimbeni: «attendo con fiducia le valutazioni della Fondazione», la prima riunione della nuova Deputazione Amministratrice è fissata per venerdì 13 settembre: «sono loro che hanno il diritto/dovere di orientare le proprie scelte».
 
Adusbef chiede la nazionalizzazione A chiedere invece la nazionalizzazione della bnaca è l’Adusbef. Il presidente dell'associazione, Elio Lannutti, auspica la conversione immediata dei 4 miliardi di Monti bond in azioni. A suo avviso è meglio «evitare la lunga agonia ed il tentativo di far pagare i costi della crisi a lavoratori, consumatori, risparmiatori». In base ai conti in rosso della banca «non sembra che Mps possa essere in grado di invertire la rotta, continuando a retribuire i manager che hanno contribuito al dissesto come nababbi»