mpsIl Cda di Mps si riunirà a metà ottobre e l’incontro potrebbe essere l’occasione per l’ingresso dei due consiglieri espressione dei nuovi azionisti Btg Pactual e Fintech. «Il prossimo cda sarà a ottobre» ha detto l’Amministratore Delegato Fabrizio Viola, a margine della presentazione di Widiba. Alla domanda se sarà il prossimo cda a sancire i nuovi arrivi: «Vediamo, è un processo che non dipende da me» ha detto.

Sansedoni, avviata la ristrutturazione del debito Mps ha appena avviato la ristrutturazione dei 200 milioni di debito della società immobiliare Sansedoni, controllata al 67% dalla Fondazione Mps e al 21,8% dall’istituto di Rocca Salimbeni. «Siamo appena all’inizio e comunque – ha detto Viola facendo una battuta – siamo abituati a ristrutturare i debiti». E sulla Sansedoni è intervenuto a Roma anche il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich sottolineando come sia «un dossier importante, noi abbiamo già svalutato questa partecipazione. Ora c’è una seconda parte da affrontare, ma qui la decisione più importante dipende da Banca Mps. Aspettiamo e valuteremo». Nel bilancio 2013 della Fondazione è stato scritto che per la Sansedoni si sarebbe esplorata la strada delle procedure preconcorsuali per le aziende in crisi. Mps aveva accordato alla Sansedoni e ad una sua controllata la moratoria su debiti complessivi per circa 215 milioni di euro, moratoria scaduta lo scorso 30 giugno.

Piccoli azionisti puntano al 2,5% per proporre l’azione di responsabilità Ieri intanto si è tenuta la prima riunione a Siena, nello studio di un notaio, di un gruppo di piccoli azionisti di banca Mps il cui obiettivo è la costituzione di un ‘contenitore’ per aggregare il 2,5% del capitale e poter così proporre un ordine del giorno all’assemblea dei soci di Mps. L’idea, se sarà raggiunto il 2,5%, sarebbe quella di spingere l’istituto di Rocca Salimbeni ad avviare azioni di responsabilità contro soggetti, Bankitalia e Consob compresi, che non hanno impedito l’acquisizione di Antonveneta e il successivo crollo del valore delle azioni con «grave danno per i piccoli azionisti e non solo». Secondo quanto si apprende i promotori dell’iniziativa, tra i quali le Associazioni ‘Buongoverno Mps’ e Pietraserena, non hanno ancora sciolto la riserva sulla forma che dovrebbe avere questo ‘contenitore’: consorzio o patto di sindacato. La decisione dovrebbe essere presa entro pochi giorni ma intanto continuano a cercare piccoli azionisti da coinvolgere per arrivare al 2,5% del capitale, quanto serve per poter proporre un’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea.

Esposto in Procura Porre in essere, «con la massima sollecitudine», tutte le indagini necessarie alla tutela degli interessi degli azionisti (ed in particolare quelli piccoli, danneggiati sia dalla perdita di valore del loro investimento azionario sia dall’aumento di capitale iper-diluitivo), ma anche all’intero sistema economico locale e nazionale. E’ quando viene chiesto in un esposto inviato il 18 agosto scorso, alle Procure della Repubblica di Siena e Milano, e alla Procura generale di Firenze, dall’Associazione dei piccoli azionisti di Banca Monte dei Paschi, o ‘Associazione Buongoverno Mps’. L’esposto è stato inviato pure a Giuseppe Vegas, presidente della Consob, al Governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, al presidente del Collegio sindacale di Mps Paolo Salvadori e, successivamente, al presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich. In particolare a Salvadori si chiede, «stante l’inerzia degli altri organi preposti», di convocare l’Assemblea dei soci con all’odg l’azione di responsabilità verso tutti i soggetti sanzionati da Consob con l’ultimo provvedimento pubblicato il 2 luglio scorso. I firmatari ricostruiscono la situazione patrimoniale dell’istituto senese dal 31 dicembre 2007, anno antecedente all’acquisto di Antonveneta e ricordano i compiti degli enti di vigilanza, (Consob e Bankitalia). Tra l’altro, si legge nell’esposto, Norberto Sestigiani, vicepresidente dell’Associazione Buongoverno Mps, nel marzo 2008, dopo l’assemblea straordinaria di soci della banca, chiedeva a Bankitalia e Consob di analizzare i documenti sulla ricapitalizzazione da 6 miliardi di euro. «Resta incomprensibile come, di fronte a uno stato di disagio aziendale così profondo dal 2008 – si legge ancora – nè il Collegio sindacale, nè la società di revisione, nè un qualunque amministratore o dirigente di alto livello, abbiano sentito il dovere di segnalare i fatti agli azionisti in Assemblea e/o alle autorità di Vigilanza».