Saranno una quarantina in totale i testimoni che dovranno presentarsi in aula di tribunale a Siena per il processo Mps relativo alla ristrutturazione del derivato Alexandria. E’ quanto emerge dalla quinta udienza tenutasi questa mattina al termine della quale il collegio del tribunale presieduto da Leonardo Grassi ha stilato la lista testi dopo aver escluso alcuni dei nomi presentati dall’accusa e dalla difesa seppur «con riserva di valutare nel prosieguo – si legge nell’ordinanza – l’esigenza di sentire i consulenti indicati». (scarica l'ordinanza integrale)
Ammessi e esclusi Sono stati ammessi tutti i testi indicati dalla parte civile Banca d’Italia e quelli della pubblica accusa ad eccezione di Bombieri e Barnaba. Numerosi invece gli esclusi sulle liste presentate dalle difese degli imputati, l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex Dg Antonio Vigni e l’ex responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassarri, indagati per ostacolo all’autorità di vigilanza. Nella lista definitiva dei testi che saranno ascoltati figurerebbero funzionari, ispettori e consulenti di Bankitalia e Consob oltre che di Mps. Tra questi ultimi ci sarebbe anche l’attuale Ad di Rocca Salimbeni Fabrizio Viola. I testimoni saranno interrogati già nella prossima udienza fissata per il 21 novembre quando potrebbero essere presenti in aula anche gli imputati tanto attesi e che, fino ad oggi, hanno disertato: Mussari e Vigni
Nominato un traduttore per il mandate agreement Saltate invece le udienze già fissate per l’11 e il 14 novembre per consentire ad un traduttore nominato quest’oggi di tradurre in italiano e consegnare entro il 18 novembre tutti i documenti scritti in inglese depositati nell’arco del dibattimento. Tra questi anche il mandate agreement tra Mps e la banca giapponese Nomura.
Piano di ristrutturazione fermo a Roma. A Bruxelles attendono la notifica Fuori dalle aule di tribunale e ben lontano da Siena, intanto, trapela la notizia che, dopo un mese, a Bruxelles si attenderebbe ancora la notifica formale del piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena. I contatti tra Bruxelles e Roma sono terminati da un mese ma l'esecutivo comunitario ancora non ha avuto dalle autorità italiane la notifica delle misure messe a punto per l'istituto creditizio senese e discusse a livello tecnico con lo staff della direzione generale per la Concorrenza. La conclusione dei lavori tecnici è stata annunciata il 4 ottobre, e nei giorni scorsi Antoine Colombani, portavoce del commissario europeo per la Concorrenza, Joaquin Almunia, ha ricordato che spetta agli stati membri procedere alla notifica. Bruxelles, insomma, in circostanze normali non impone scadenze. Queste in genere vengono fissate in caso di avvio di procedura d'infrazione, che l'Italia sta cercando di evitare. Ma per convincere Bruxelles che gli aiuti concesso al Monte non costituiscano un'infrazione delle regole comunitarie in materia di aiuti di Stato deve far arrivare le carte. Al momento ancora non pervenute