«Non ho problemi su questo. Secondo me sono maturi i tempi» perche’ ci sia una moschea a Firenze «Lo diceva persino Alfano perché lo Stato abbia un accordo con le comunità musulmane che consenta anche di devolvere, come avviene per la Chiesa cattolica una parte, per chi vuole, volontariamente, dei soldi, anche allo scopo di queste strutture, affinche’ tali strutture se le costruiscano coi soldi dei musulmani italiani. Magari che non arrivino da altre situazioni che non sono sotto controllo. Quindi, l’emergenza di ciò che non è al momento visibile rappresenta un fatto di sicurezza per tutti i cittadini». Così il governatore della Toscana, Enrico Rossi, parlando di un tema da molto tempo dibattuto a Firenze, quello della possibile costruzione di una moschea nel capoluogo di regione toscano, che raduni i musulmani presenti in tutto il territorio regionale.
«Meglio sapere dove ci si riunisce per pregare» «Sono favorevole che le mosche si facciano, perché è meglio sapere dove ci si riunisce per pregare e, quindi, in luoghi controllabili e sotto controllo – ha aggiunto il governatore Rossi – Se qualcuno incita alla violenza è bene che venga immediatamente espulso. È bene saperlo, anziché non sapere dove ci si riunisce, in un garage o in un’altra parte, e non tenere sotto controllo la situazione. Questo bisogna spiegarlo ai cittadini. La religione è un diritto garantito dalla Costituzione. Non è che ci si può dire che non c’è reciprocità in certe situazioni. Non vorrei che che lo stesso discorso magari si sviluppasse per altre cose, per i diritti delle donne e dei lavoratori. Bisogna garantire il diritto all’esercizio della religione, in luoghi sicuri, controllabili e poi bisogna per chi vuole pregare è bene che per queste strutture pure se le paghi».
Ipotesi Villa Basilewsky La Regione Toscana ha recentemente proposto come luogo provvisorio per professare il culto musulmano, l’uso di Villa Basilewsky che sorge in prossimità del centro di Firenze, sul viale Strozzi che circonda i giardini della Fortezza da Basso nei pressi del torrente Mugnone. In pratica lì dove il Comune di Firenze, con i lavori della Linea 3 della Tramvia, dopo l’apertura del sottopasso Milton-Strozzi ha deciso di investire sull’ampliamento dei giardini e dell’area a verde, dove ha dedicato una targa ad Oriana Fallaci e dove l’amministrazione ha deciso nel 2016 di trasferire la comunità peruviana fiorentina che si dava appuntamento in piazza Indipendenza. «Bisogna, quindi, che lo Stato, lo diceva Alfano non qualcuno particolarmente di sinistra, costruisca una convenzione coi vari gruppi musulmani che esistono nel nostro Paese e che non incitano alla violenza, ma – ha concluso Enrico Rossi- alla pace, alla fratellanza, al rispetto della legge. Come è nel caso di ciò che si discute a Firenze».