Muore dopo aggressione: dopo i video polizia sente testimoniHa lasciato per sempre l’Italia il cameriere bengalese ucciso a Pisa dopo essere stato aggredito da 4 balordi (leggi).  La salma dell’uomo è stata trasferita ieri dalla Toscana all’aeroporto di Fiumicino da dove in serata è partita alla volta del Bangladesh. Dopo l’esame autoptico, che ha riscontrato una gravissima frattura orbitale anteriore e un’altra occipitale conseguente alla caduta della vittima, colpita con un pugno al volto, e all’urto sullo spigolo del palazzo che ha provocato una massiva emorragia encefalica, l’autorità giudiziaria ha restituito la salma alla famiglia e la comunità bengalese pisana ha espletato tutte le formalità burocratiche per il rimpatrio. E’ stata la Pubblica assistenza di Pisa a farsi carico del trasporto della bara fino a Roma.

La famiglia chiede che il killer sia processato L’auspicio della famiglia del cameriere ucciso, composta dalla giovane vedova e dai tre figli, «è che sia assicurato alla giustizia l’autore dell’omicidio affinché sia processato e risponda dell’atroce delitto di cui si è macchiato». E’ quanto si legge in una nota resa pubblica dal legale di fiducia, Giovanni Frullano. Con la lettera la famiglia ingrazia per il lavoro svolto Procura e polizia. «Devo ringraziare – prosegue Frullano – anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e l’intera amministrazione comunale per come si sono prodigati in favore della famiglia, facendo fronte a ogni esigenza e rendendosi parte attiva per l’apertura del conto corrente bancario destinato a ricevere i contributi di solidarietà per la famiglia stessa, ma anche il medico legale Stefano Lelli, che ha accettato l’incarico di consulente della famiglia»’. Infine, il legale sottolinea che «la moglie e la figlia più grande della vittima hanno preso atto anche delle iniziative di solidarietà che si stanno muovendo in loro favore in cittàe ringraziano con commozione per la grande sensibilità dimostrata dal Comune e dai cittadini pisani».

Anche il 16enne denunciato è in Tunisia Sul fronte delle indagini, intanto, si apprende che anche il sedicenne denunciato per favoreggiamento personale e parente dell’omicida si trova in Tunisia. Il giovane è partito martedì scorso da Malpensa insieme al 27enne con un volo diretto a Tunisi quando si era già diffusa la notizia che il cameriere era morto. Per ora tuttavia il sedicenne non è considerato un fuggitivo, ma soltanto irreperibile in quanto la Procura non sembra intenzionata a chiederne l’arresto, misura cautelare che invece è già stata presentata al Gip per il parente ventisettenne.