«Come presidente della Regione Toscana oltre che esprimere la vicinanza alle famiglie dico che dobbiamo avere la forza di chiedere loro scusa. E’ successo un fatto drammatico, che non ha precedenti nella sanità toscana vista la sua gravità». Enrico Rossi ci ha tenuto a presenziare in prima persona ai lavori del Consiglio regionale che hanno visto l’assessore alla sanità della sua giunta Stefania Saccardi relazionare sui tredici casi accertati di morte sospetta avvenuti all’ospedale civico di Piombino e che hanno portato ad essere indagata l’infermiera Franca Bonino.
«Famiglie colpite due volte» Il governatore della Toscana ha voluto dire la sua nell’assemblea regionale toscana sul fatto di cronaca che ha catalizzato l’attenzione mediatica di tutta Italia, soprattutto per i gravi fatti fino ad oggi accertati. «Le famiglie sono state colpite due volte: non solo per la morte dei loro cari ma perché si sono rivolti ad una struttura che si doveva prendere in carico e che doveva garantire assistenza ai loro cari, e che al di là delle responsabilità individuali, ha delle responsabilità collettive – ha aggiunto – Non ci sono parole per esprimere la nostra vicinanza ai familiari. Insieme a loro, oltre che Piombino, un ospedale, c’è un’organizzazione sanitaria con sessantamila dipendenti nella nostra regione, che è colpita. Dopo quanto avvenuto c’è da recuperare credibilità e prestigio. Il servizio sanitario della Toscana è fra i migliori del nostro Paese, ma questi fatti rischiano di colpirlo in modo ferale».
«Un caso che ci deve far sentire fragili, umili» Rossi poi ha parlato specificatamente del sistema sanitario della Toscana: «Ogni volta che metto davanti i dati positivi della nostra regione dico anche non siamo però un sistema perfetto. C’è un sistema fatto da uomini con le loro fragilità, con le loro pecche. La Asl di Piombino ha aperto un’indagine, c’era una procedura da seguire per questi casi, e chi non ha attivato questa procedura, senza metterlo al pubblico ludibrio, è giusto che paghi. Bisogna capire cosa è successo, le indagini non spettano a noi, ma capire se la procedura è stata seguita e poi capire se la procedura debba essere revisionata, cioè se vada registrata meglio. Serve uno sforzo collaborativo. Il più grande argine a questo tipi di fatti è un sistema coeso e fondato da valori: l’eguaglianza delle cure e tenere fuori per quanto possibile in certi casi il mercimonio». Infine il governatore ha attaccato: «Mi sono sentito male per la rozzezza con cui gran parte del mondo mediatico ma anche di chi ha responsabilità istituzionali ha parlato di questo caso. Un caso che invece ci deve far sentire fragili, umili. Fra sei mesi ridiscutiamo di come siamo stati in grado di alzare la sicurezza nei confronti dei cittadini che vengono a curarsi nelle nostre strutture sanitarie».