ROMA – “Questo non è rischiatutto. O mi aiuta a comprendere o mi fa domande che poi sono nocive e possono ovviamente farmi cadere in errore”.
Così il pm Antonino Nastasi in commissione d’inchiesta sulla morte di David Rossi ha risposto all’onorevole Luca Migliorino che gli chiedeva di ricostruire alcuni momenti dei sopralluoghi nell’ufficio dell’ex capo area comunicazione di Mps e degli accertamenti sui tabulati telefonici dopo la morte del manager. “Io sono qui in veste di persona che ha tutta l’intenzione di collaborare con questa commissione e mi sembra di averlo dimostrato ma mi si deve mettere nelle condizioni di poter collaborare con la commissione” ha detto ancora il magistrato.
Migliorino ha anche fatto riferimento al mancato invio ai legali della famiglia Rossi delle cartelle con i dati dei dispositivi mobili e cellulari. “Lei ascrive a me questo comportamento?” ha risposto Nastasi. “Non sono io a fare le copie. Qui sembra che faccia tutto il pm, dalle fotocopie alle duplicazioni dei dvd. C’è un ufficio deputato al rilascio di copie forensi. Se l’ufficio erra, io che ne so” ha detto ancora il pm al commissario. “Mi scusi ma perché lei deve vedere come un attacco personale il fatto che io faccia domande” ha osservato Migliorino. “Lei non mi sta facendo attacchi personali io non sono alterato perché lei non mi ha mai visto alterato”, ha detto ancora Nastasi.
“Si può affermare che non è stato fatto alcun accesso al pc di Rossi e non c’è stata alcuna alterazione né da postazione fissa né da remoto. Ritengo che la disabilitazione dell’utenza” del pc di David Rossi “sia avvenuta dalla sistemistica per evitare accessi da remoto” ha detto Antonino Nastasi.
“Sinceramente, non ricordo di essermi alterato”, ha anche detto Nastasi facendo riferimento a quanto riferito in una precedente audizione davanti alla Commissione di Stefanio Pieri, tecnico sistemista di banca Mps, che ha riferito che il magistrato, essendo la mattina del 7 marzo l’utenza del pc di David Rossi bloccata, “si inquietò”. “Se l’ho fatto – ha proseguito Nastasi – è perchè temevo ci potesse essere qualche alterazione dei dati contenuti nel pc di Rossi che noi dovevamo mettere sotto sequestro”.
Nastasi ha anche ricordato come la notte della morte di Rossi, avvenuta il 6 marzo 2013, i pm sentirono il responsabile dei sistemisti di banca Mps sul rinvenimento di quattro tentativi di accesso al pc. “Quei quattro eventi – ha ribadito Nastasi ai commissari leggendo i verbali – sono dovuti a meccanismi di riattivazione esterni di mouse o tastiera, tutti debitamente riscontrati”.