«Senza una sostanziale correzione. La legge di stabilità porterà al dissesto finanziario le Province Italiane». È l’allarme lanciato dal presidente della Provincia di Pisa Marco Filippeschi perché, aggiunge: «La proiezione che abbiamo fatto per le Province toscane dice con chiarezza che va evitato il taglio previsto di 500 milioni di euro. A noi mancherebbero, per scelta del Parlamento – spiega il presidente provinciale e sindaco di Pisa – 10.591.222 euro e complessivamente alle Province toscane oltre 79 milioni di euro. Si tratterebbe di un dissesto indotto, cioè fatto per il prelevamento di risorse dai territori a beneficio dello Stato centrale e a scapito dei servizi locali, a partire dalla manutenzione delle scuole e delle strade. Chiederemo un nuovo incontro alla sezione toscana della Corte dei Conti per informare del dissesto annunciato». Filippeschi ha già chiesto un incontro con i parlamentari locali e ha convocato per l’11 dicembre l’assemblea di tutti i sindaci del Pisano.
Nella morsa delle legge di stabilità «Se subiamo questo taglio – sottolinea – il nuovo ente di area vasta, gestito dai comuni, sarà morto prima di nascere. Le vecchie Province non esistono più. In un anno abbiamo razionalizzato l’ente, diminuito la spesa di personale, creato efficienze, recuperato capacità d’entrata, riportando i conti in ordine. Dal primo gennaio 2016 metà personale passa alla Regione. Se ci danno quello che ci è dovuto siamo in grado di mettere a posto scuole e strade mentre in aggiunta possiamo funzionare come ‘hub’ dove si danno servizi ai comuni, che spesso non possono permetterseli, perché troppo piccoli e frammentati sul territorio. Si parla della gestione associata di funzioni importanti quali la stazione unica appaltante – ha proseguito Filippeschi – la predisposizione di documenti di gara, il monitoraggio dei contratti di servizio, l’organizzazione di concorsi e di procedure selettive, l’innovazione digitale ed energetica, la partecipazione alle politiche europee. E poi l’assistenza amministrativa. Si tratta di avvocatura, sicurezza dei luoghi di lavoro, raccolta dati e statistica, servizi cartografici, gestione delle norme anticorruzione. Tutta questa possibile innovazione viene stroncata sul nascere». Il presidente della Provincia di Pisa ha attaccato: «Noi sindaci, che ci siamo presi una responsabilità, non ci stiamo a fare i liquidatori. Chiediamo l’attuazione della legge Delrio, non il caos e dunque chiediamo la rinuncia al taglio devastante. L’ha chiesto anche il presidente della repubblica, Sergio Mattarella durante l’assemblea nazionale dell’Anci. Oppure il governo e il Parlamento si prendano con chiarezza la responsabilità di una scelta di azzeramento della riforma gestendola direttamente nei territori, spiegando ai cittadini un beneficio che non si vede. Giustificando di fronte ai cittadini il taglio di servizi essenziali e di potenzialità di risparmio di spesa».