Una nuova applicazione multisensoriale, Access to Opera, per rendere più accessibile la visita al Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.A realizzarla l’Opera di Santa Maria del Fiore.
Servizio per i sordi L’app è rivolta principalmente alle persone sorde per le quali fino ad adesso non esisteva un servizio di questo tipo. Nel corso del 2018, “Access to Opera”, sarà ampliata a tutto il complesso monumentale del Duomo di Firenze. L’applicazione creata dall’Opera di Santa Maria del Fiore è costituita da 15 video con spiegazioni delle opere e delle sale più rappresentative del museo, realizzati in collaborazione con le associazioni culturali Prisma e Comunico. I contenuti sono stati creati in collaborazione con persone sorde e narratori in LIS (Lingua dei Segni Italiana), che hanno partecipato al progetto fin dall’inizio. Il risultato finale è un servizio che facilita l’accesso alle persone con questa disabilità ma anche con altri tipi di deficit (cognitivo, culturale, linguistico), nonché prezioso strumento anche per sviluppare laboratori didattici nelle scuole e workshop laboratoriali. L’applicazione è scaricabile sui propri dispositivi mobili come integrazione a quella già esistente e gratuita de Il Grande Museo del Duomo, oppure è possibile usufruirne grazie a degli iPad messi a disposizione dall’Opera su cui l’applicazione è già stata installata (su richiesta alla biglietteria del Museo).
Monumenti accessibili Access to Opera è l’ultima delle iniziative, in ordine di tempo, messe in campo dall’Opera di Santa Maria del Fiore per rendere più accessibili tutti i suoi monumenti: Cattedrale di Firenze, Cupola del Brunelleschi, Campanile di Giotto, Cripta di Santa Reparata, Battistero e Museo dell’Opera del Duomo. Dal percorso tattile TouchAble (“abile al tatto”, che pone l’accento sull’abilità e non sulla disabilità), attivo da giugno 2017, con repliche a grandezza naturale delle principali opere del Museo dell’Opera del Duomo, alle attività rivolte alle persone con Alzheimer e altre forme di demenza e per chi se ne prende cura. Quest’ultimo progetto, denominaao Co-OPERA-tività, dopo una prima fase di sperimentazione, dall’inizio di quest’anno è diventato operativo e le persone possono partecipare alle attività, che sono gratuite, iscrivendosi attraverso le strutture residenziali e le famiglie. E’ in una fase di sperimentazione un nuovo progetto, Liget (peperoncino) rivolto alle persone con disturbi del neurosviluppo (autismo e vari) e i loro familiari.
Patrimonio da condividere «Tutte queste attività – spiega Barbara Fedeli, responsabile dell’Accessibilità dell’Opera – le abbiamo pensate non solo in funzione delle persone che hanno delle disabilità ma di tutti, in una logica di inclusione». «Per l’Opera di Santa Maria del Fiore – afferma il presidente Luca Bagnoli – queste iniziative rappresentano un cammino volto a condividere il nostro patrimonio, attraverso un’inclusione sempre maggiore e attenta alle opportunità fornite dalle nuove tecnologie, in modo da permetterne una fruizione attiva sempre più consapevole da parte di tutti i pubblici interessati». «La bellezza, vitale e misteriosa, è anche guaritrice – afferma Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo – penetra oltre il velo per toccare l’essere umano, anche se sofferente, nel profondo».