Un brusco calo delle vaccinazioni potrebbe avere conseguenze assai pericolose. E’ l’allarme lanciato da Emanuele Montomoli, docente all’Università di Siena di Igiene e Medicina preventiva, direttore scientifico di VisMederi. «In caso di epidemia aggressiva, potremmo assistere a un’impennata non solo dei ricoveri in ospedale ma anche della mortalità dovuta alle conseguenze dell’influenza, non vaccinarsi adesso è un rischio enorme», afferma il professore universitario. «A fronte delle prime segnalazioni – aggiunge – l’Aifa aveva il dovere di svolgere i controlli, ma da qui ad alimentare una campagna di allarmismo ce ne corre, anche perché i due lotti posti sotto osservazione erano destinati alle Asl, quindi non erano nelle disponibilità delle farmacie. Impossibile che qualcuno abbia a casa vaccini provenienti da quei lotti».
I rischi Non si muore direttamente di influenza, ma delle conseguenze che provoca. «Nelle nostre statistiche, la casistica più frequente è il decesso per influenza causata da sovrainfezione batterica – afferma Montomoli–. Il Fluad è in produzione dal 1992 e ha vaccinato oltre 40 milioni di persone, tutti gli anni viene rivalutato ma la procedura non cambia. L’unica variabile potrebbe dunque arrivare dagli impianti di produzione, ma considerati gli elevatissimi standard di sicurezza attuali non mi sembra ipotizzabile una cosa del genere».
La risposta agli anti-vaccino La polemica sulle vaccinazioni peraltro va avanti da tempo, a prescindere dal caso di questi giorni. «Ci sono persone contrarie – afferma il professor Montomoli –, alle quali rispondo così: è vero, i vaccini sono una pratica invasiva che può avere effetti collaterali, ma una mole enorme letteratura scientifica dimostra che sono il secondo miglior rimedio di sanità pubblica dopo la potabilizzazione dell’acqua. Qualche esempio: il vaiolo è stato eliminato, la poliomelite è in fase di eradicazione e sopravvive marginalmente in Afghanistan e Iraq, malattie una volta terribili come tetano e difterite sono sotto controllo, da anni non si verificano epidemie importanti di morbillo. I vaccini sono dunque una strada da percorrere, con il giusto scrupolo ma senza alcuna remora».
Gli appelli Bene hanno dunque fatto, sostiene il professor Montomoli, quanti hanno richiamato alla necessità di non sospendere la vaccinazione in questo frangente. «I controlli sono dovuti – afferma – ma i rischi di uno stop alle vaccinazioni per le categorie a rischio sono enormemente più elevati».