Il 24 gennaio, al Teatro Mecenate di Arezzo si racconta la Grande Guerra, ormai lontana più di un secolo eppure sempre attuale, con i suoi ricordi di sangue e fango, di sconfitte e vittorie, di vinti e vincitori tra i quali è difficile trovare le differenze. A raccontare è Moni Ovadia, con la voce narrante di Lucilla Galeazzi, le musiche della Stage Orchestra e del Coro Giovanile Freevoices diretto da Manuela Manussi. Lo spettacolo si intitola “Doppio fronte”(ore 21.15).
Doppio fronte Uno spettacolo per raccontare la Prima Guerra Mondiale attraverso le lettere dal fronte, per raccontare le vite di coloro che vissero nelle trincee sui monti e nelle città e nei paesi di un’Italia che si impoveriva sempre di più, in cui le donne conducevano da sole una quotidiana battaglia di sopravvivenza per la famiglia, battaglia che sarebbe stata un primo, faticosissimo passo lungo il percorso dell’emancipazione. E quella che sembrava una “fatale e irrinunciabile” chiamata alle armi, ben presto si rivelò una guerra identica alle sue gemelle delle epoche passate: uno scontro tra sogni di espansione e irredentismo, ambizione e ambiguità.
I testi Come detto, i testi sono tratti dalle lettere dal fronte, dalle memorie dei combattenti (tra cui Emilio Gadda e Giuseppe Ungaretti), dai diari di uomini e donne che vissero la guerra “ in casa”, come i veneti e i friulani: questi ultimi arruolati nel 1914 dall’esercito austriaco e mandati a combattere sul fronte orientale, per poi ritrovarsi nel 1915 in trincea contro l’esercito italiano. I canti sono invece quelli del grande repertorio a cui dette vita la sanguinosissima guerra e le sue battaglie: canti patriottici, canti di pace, Trilussa, Mario e la canzone anonima Gorizia, canto straordinario e indimenticabile delle quotidiane sofferenze di cui era vittima il nostro esercito.