È l’uomo del momento perché si dice che addirittura Arrigo Sacchi abbia suggerito il suo nome a Silvio Berlusconi come futuro tecnico del Milan. Maurizio Sarri ha ricevuto a Sansepolcro (Arezzo) il premio ‘La Clessidra d’oro’ «perchè partendo dai dilettanti, è riuscito a distinguersi ai massimi livelli del professionismo». «Mi fa piacere ricevere questo riconoscimento perché Sansepolcro per me è sempre stato un punto di riferimento – ha raccontato a margine della premiazione lo stesso mister dell’Empoli –. Ci sono venuto da avversario tantissime volte, sia da allenatore che da giocatore, quindi è un qualcosa che mi fa molto piacere perché viene da persone che conosco da tanti anni. Per noi Empoli è determinante prendere giocatori dal nostro settore giovanile. Il futuro e la prosperità della società deriva da questo e quindi per noi non è solo gratificante ma fondamentale. Abbiamo la fortuna di avere una rosa di 25 giocatori e di questi 13 sono cresciuti nel nostro settore giovanile e questo forse ci aiuta perché ci dà identità, spirito di appartenenza, cosa che altre formazioni possono non avere. Dedico questo premio a tutti i ragazzi che hanno giocato per me perché le mie fortune sono sempre passate dalle loro prestazioni e tanti di loro mi hanno dato tantissimo. Tutte le categorie che ho scalato sono riuscito a farlo grazie a quanto hanno fatto loro sul campo».
Il premio per il tecnico azzurro Il premio ‘Clessidra d’oro’ per Sarri arriva dopo la panchina d’Argento per la passata stagione conquistata dieci giorni fa a Coverciano, dopo il ‘Timone d’oro’ ricevuto ad ottobre scorso, e dopo il conferimento di cittadino benemerito di Empoli, con assegnazione avvenuta a metà febbraio scorso. «Sinceramente se ripenso a quando ho lasciato il posto di lavoro in banca mi sembra di aver fatto una scelta coraggiosa – ha concluso Sarri –. In quel momento, quando l’ho fatta, mi sembrava una scelta naturale. Non pensavo di scalare così tante categorie, mi bastava solo vivere di quella che era la mia passione. Ho avuto momenti difficili, in certi anni anche numerosi, ma non così da pensare di mollare questo mestiere».