«Come rappresentanti di questi territori auspichiamo la necessità di scelte improntate a valori quali storia, passione e attaccamento alle proprie origini. Di fronte a scelte improntante ad altre logiche, ci riserveremo in futuro di fare le nostre opportune valutazioni» Lo hanno scritto in una lettera indirizzata all’organizzazione delle Mille Miglia i sindaci Francesco Fabbrizzi di Radicofani, Claudio Galletti di Castiglione d’Orcia, Danilo Maramai di San Quirico d’Orcia, Silvio Franceschelli di Montalcino, Riccardo Conti di Buonconvento e Gabriele Berni di Monteroni d’Arbia. Una lettera ufficiale inviata dopo la decisione da parte della storica rievocazione di tagliare fuori dall’edizione 2021 la provincia di Siena.

La perplessità dei sindaci senesi «Una scelta legittima dal vostro punto di vista di organizzatori –scrivono i sindaci – ma su cui, ci sia consentito, nutriamo grandi perplessità. In primo luogo perché la storica Mille Miglia rischia così di essere profondamente snaturata nel suo valore originario. In secondo luogo perché, la forza di questa rievocazione di auto storiche ha tratto negli anni prestigio e autorevolezza tra migliaia di appassionati proprio perché ha attraversato tratti di strada ‘mitologici’ così come le auto che facevano rombare i loro motori lungo quelle strade in un connubio di unicità e fascino e ritualità ogni anno sempre uguale a sé stesso e difficilmente replicabili altrove».

«Nostro totale disaccordo» «Le leggendarie curve della Cassia che fin dalle prime edizioni hanno fatto grande la corsa automobilistica e visto i più grandi piloti, la Rocca di Ghino di Tacco e il passaggio dalla Val d’Orcia perderanno alcuni dei tratti più suggestivi ed amati dal pubblico e dagli stessi protagonisti della corsa, come quello che va da Radicofani e arriva a Siena in Piazza del Campo – scrivono ancora i primi cittadini – Con questa nostra lettera, come Sindaci, siamo quindi ad esprimere il nostro totale disaccordo per una scelta che è stata legittima ma unilaterale da parte di codesta organizzazione e che ci porta a riflettere su quanto l’evento, da adesso in avanti, invece di rafforzare la sua identità e il rapporto con la sua storia, abbia intrapreso un nuovo percorso».