«E’ indispensabile l’aumento di militari a controllo dei monumenti d’arte di alcune città sotto il profilo della sicurezza in via preventiva». Lo ha detto il Sottosegretario al ministero degli Interni Domenico Manzione, a margine del Convegno ‘Crisi e trasformazione del principio di legalità’, svoltosi all’interno della prefettura fiorentina, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che gli hanno chiesto un commento alla decisione avvenuta in alcune città d’arte italiana, fra cui Firenze, di aumentare del contingente militare a protezione dei propri storici monumenti. «Gli attacchi terroristici hanno dimostrato che gli obiettivi non sono obiettivi fortemente simbolici ma sono quelli dei luoghi di aggregazione. –ha aggiunto il sottosegretario Manzione -. Noi quindi dobbiamo mettere in piedi tutte le misure, compatibilmente con le misure di cui disponiamo, che tendano a salvaguardarci da possibili attacchi. Quindi siccome ahime’l’Italia è un luogo dove le aggregazioni avvengono anche in piazza perché abbiamo luoghi d’arte molto significativi, la richiesta di rinforzi militari da parte di alcuni prefetti mi sembra molto ragionevole, tanto piu’che con un oculato impiego di forze militari è possibile liberare le forze dell’ordine da una serie di incombenze, e quindi destinarle ad attività concrete sul territorio».
Il contesto internazionale Il sottosegretario Manzione ha parlato della posizione non belligerante al momento dell’Italia nei confronti della Siria, a differenza di paesi europei quali Francia, Germania ed Inghilterra,come risposta ai fatti terroristici accaduti a Parigi lo scorso 13 novembre. «Ci vuole un atteggiamento di grande prudenza – ha concluso il sottosegretario Manzione -. Ci vuole un allineamento, come dicono i diplomatici, di tutti gli interessi di tutte le nazioni coinvolte sullo scenario internazionale. Vanno evitate fughe in avanti perché purtroppo abbiamo visto che interventi militari senza una serie progettualità dietro, senza una seria strategia dietro, hanno dato frutti del tutto velenosi. E’ bene essere molto cauti. L’Italia dal punto di vista logistico sta già facendo molto e lo faceva già prima. Dal punto di vista internazionale è convinta che tutti gli snodi debbano essere risolti tutti insieme e non come singoli paesi».