SIENA – La drammatica situazione dei migranti alle frontiere europee, in questo caso al confine tra Polonia e Bielorussia, ha spinto un gruppo di settantasette professoresse e ricercatrici di diritto costituzionale – tra le quali Tania Groppi, Elena Bindi e Eva Lehner dell’Università di Siena – a scrivere una lettera accorata ai presidenti delle istituzioni europee e dei governi degli Stati membri, invitandoli ad agire, nel rispetto dei valori fondanti dell’Unione europea e del diritto europeo.
Le studiose hanno deciso di non lasciare senza seguito le parole del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, pronunciate il 15 novembre proprio nell’ambito della inaugurazione di un anno accademico, quello della Università di Siena.
«È sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati e il non tener conto della fame e del freddo cui sono esposti esseri umani ai confini dell’Unione», aveva detto il Presidente.
A questi principi si richiama la lettera, che esprime «sconcerto» di fronte alla «contraddizione tra i principi sui quali si fonda l’Unione europea e la mancanza di volontà politica di tradurli in azioni». Sconcerto ancora più evidente se solo si comparano le «solenni affermazioni di solidarietà nei confronti di donne e uomini che perdono la libertà, come nel caso dell’Afghanistan, e il rifiuto di accoglierli».
A questi principi si richiama la lettera, che esprime «sconcerto» di fronte alla «contraddizione tra i principi sui quali si fonda l’Unione europea e la mancanza di volontà politica di tradurli in azioni». Sconcerto ancora più evidente se solo si comparano le «solenni affermazioni di solidarietà nei confronti di donne e uomini che perdono la libertà, come nel caso dell’Afghanistan, e il rifiuto di accoglierli».
La lettera chiede «alle istituzioni europee e ai governi degli Stati membri di rimanere fedeli alla volontà dei fondatori dell’Unione europea e di rispettare il diritto europeo, ponendo immediatamente in essere concrete misure di solidarietà ed accoglienza», nonché «di incrementare gli sforzi politici per difendere i diritti umani universali laddove calpestati e fermare la tratta degli esseri umani».