In Italia il 25% dei ragazzi è stato coinvolto, come vittima o come bullo, in un episodio di bullismo. Non va meglio in Toscana dove nella scuola superiore almeno il 70% dei ragazzi conosce qualcuno che ha subito un episodio di bullismo e addirittura il 36% dichiara di esserne stato vittima, dato superiore alla media nazionale. A rivelarlo una recente indagine svolta dall’Ordine degli Psicologi della Toscana.
Secondo quanto emerso dalla ricerca i ragazzi hanno chiaro che le relazioni con i pari e con gli adulti di riferimento rappresentano la motivazione più forte in grado di contrastare la dispersione scolastica. Nella stessa ricerca dichiarano che l’abbandono può essere ridotto dalla disponibilità dei professori e dall’appoggio dei compagni di classe, che vengono ben prima della motivazione allo studio. Motivazione che è messa a dura prova quando gli alunni hanno difficoltà che rendono faticoso il percorso scolastico, nonostante gli aiuti previsti grazie alla direttiva ministeriale sui Bisogni Educativi Speciali (BES), tra i quali rientrano le disabilità da legge 104 del 1992, i disturbi specifici dell’apprendimento, lo svantaggio culturale e linguistico.
«Purtroppo i pregiudizi e le azioni discriminatorie dettate dalla paura e da errate campagne di informazione sono sempre in agguato, – spiega il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Lauro Mengheri, – basti pensare alla cosiddetta “ideologia gender”, teoria inesistente, che forte delle insicurezze che caratterizzano il nostro tempo tenta di far leva sui genitori convincendoli che la scuola insegnerà ai loro figli a scegliere il proprio sesso, gettando fango sulle proposte di educazione alle differenze che molte scuole già propongono, in linea con l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni che prevede la L.107/2015». Molti, infatti, sono gli psicologi impegnati nelle scuole toscane con sportelli d’ascolto, progetti di educazione affettiva, sessuale e relazionale, attività di formazione, dedicando forze, energie e competenze al mondo scolastico, dagli alunni agli insegnanti, dalle famiglie al personale. «Il benessere – spiega ancora Mengheri – va garantito con azioni di prevenzione e promozione della salute molto prima del verificarsi dei tristi fatti; l’educazione al rispetto delle differenze e al dialogo, che sono tra gli obiettivi formativi prioritari della legge 107 del 2015, si promuovono attivamente fin dalla scuola dell’infanzia, costruendo una rete di relazioni positive e collaborazioni fattive tra le varie professionalità che lavorano nella scuola. Auguriamo agli alunni, alle loro famiglie, agli insegnanti e a tutti quanti lavorano con passione e professionalità nel mondo scuola un anno scolastico che sia davvero buono, una buona scuola fatta da persone buone».