SIENA – Il Trio Nebelmeer, fra gli ensemble più rappresentativi della sua generazione, sarà protagonista del concerto della Micat in Vertice venerdì 4 aprile al Teatro dei Rozzi.
Vincitore del prestigioso concorso internazionale ‘Premio Trio di Trieste’ 2024 e del Premio Speciale Ribotta, il Trio Nebelmeer, Arthur Decaris violino, Florian Pons violoncello e Loann Fourmental pianoforte, nasce da un’ispirazione per il mondo romantico.
I tre musicisti hanno scelto il nome in omaggio a Caspar David Friedrich e alla sua opera ‘Viandante sul mare di nebbia’, Der Wanderer über dem Nebelmeer, riferimento alla bellezza e alla natura, che rispecchia l’essenza della loro musica.
Il programma include Elegy op. 23 di Josef Suk, il Trio in La minore di Maurice Ravel, Il Trio n. 2 in Mi minore op. 92 di Camille Saint-Saëns.
Nel primo anniversario della morte di Julius Zeyer, dal 31 maggio al 1° giugno 1902, fu organizzata una festa in sua memoria, nel Queen Anne’s Pavilion e nel giardino del castello. Suk compose la sua Elegia come introduzione al ‘quadro vivente’ When the Sun Sunset on Vysehrad, sul palco temporaneo con scenografia: alla chiusura del pezzo di Suk, il sipario si sollevò e il quadro vivente apparve sul palco. Vysehrad è il ciclo di cinque poemi epici di Zeyer: Libuse, The Green Victor, Vlasta, Ctirad e Lumír, figure della mitologia. Elegy op. 23 con la sua intensa espressività, offre un senso di malinconia, ricco di colori e innovazioni armoniche: una delle vette della musica da camera del XX secolo.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Ravel voleva arruolarsi e, con una certa ansia, a Saint-Jean-de-Luz, nell’estate 1914, terminò il Trio per pianoforte, violino e violoncello. Il calco classicista si riconosce nell’architettura e nelle forme di sonata del primo e dell’ultimo movimento ma, al posto dello Scherzo e dell’Adagio, Ravel inserisce Pantoum, un movimento singolare, e Passacaille, omaggio alla tradizione barocca. Colpisce l’equilibrio tra qualità dell’invenzione e controllo di un’arte compositiva superba.
Iniziato ad Algeri nel marzo 1892 e ultimato a Ginevra nel luglio, il Trio n. 2 di Saint-Saëns debuttò nella salle Érard il 7 dicembre. La partitura adotta un taglio in cinque movimenti. I due Allegri più lunghi racchiudono l’andante che costituisce l’asse centrale, e due intermezzi più leggeri: Allegretto, in una sorprendente misura di cinque tempi; Grazioso, poco allegro, a ritmo di valzer. Il primo movimento apre il Trio con uno stile appassionato. Il chiacchiericcio dell’Allegretto è interrotto da due passaggi virtuosistici. Nell’Andante con moto, gli strumenti dialogano su un tema ossessivo.
Il compositore Charles Lecocq ammirava il rapsodico finale, «di fattura meravigliosa, giacché tutto si sviluppa con tale naturalezza che si direbbe un’improvvisazione».
Decaris suona un violino Giovanni Francesco Pressenda, concesso dal fondo Talents & Violon Celles, sostegno Fondazione Safran per la Musica. Il violoncello, XVIII secolo, di Pons è attribuito ad Ambroise de Comble, discepolo del liutaio Stradivari.