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SIENA – La centesima edizione della Stagione di concerti “Micat In Vertice”, la storica stagione di Siena dell’Accademia Chigiana, presenta la grande musica da camera del Romanticismo europeo.

Venerdì 24 Febbraio, alle 21:00, arriva al Teatro dei Rozzi il Trio formato da Duccio Ceccanti, violino, Vittorio Ceccanti, violoncello e il pianista Matteo Fossi, perfezionatisi all’Accademia Chigiana con i grandi Maestri e tra i più acclamati interpreti del repertorio cameristico internazionale e contemporaneo. Il Trio, di solida fama e grande sensibilità interpretativa, rappresenta una delle più interessanti formazioni cameristiche italiane di oggi.

Il concerto si apre con una delle opere giovanili più significative di Schubert, il Trio per pianoforte in si bemolle maggiore D 28, intitolato Sonatensatz. Un unico movimento, Allegro, composto da Franz Schubert nel 1812, a 15 anni, composizione che testimonia la sua straordinaria capacità melodica e la genialità nel comporre brani da camera e per pianoforte, precorritrice dei celebri trii op. 99 e 100, composti 15 anni più tardi. Al pari di altri lavori composti nel periodo creativo giovanile di Schubert, questo movimento per trio con pianoforte è fortemente ispirato ai modelli classici, probabilmente influenzato dalle lezioni di contrappunto e basso continuo ricevute al Regio Convitto da Antonio Salieri.

Il Secondo Trio con pianoforte op. 87 di Johannes Brahms rappresenta un nuovo capitolo nella musica da camera viennese. Vi si riconosce la voce romantica del compositore all’interno del genere classico, costruito secondo precise regole d’integrità formale. Brahms è stato uno dei maggiori compositori della musica del XIX secolo, il suo spiccato senso autocritico lo spinse a distruggere più opere di quante ne pubblicasse e il risultato fu una qualità quasi sempre elevata delle opere giunte a noi. Il Trio n. 2 op. 87 presenta uno stile snello e conciso in cui il materiale viene elaborato con grande economia, una cifra stilistica tipica del compositore del Romanticismo tedesco.

Al centro del concerto l’omaggio a un grande compositore del nostro tempo, Ivan Vandor, recentemente scomparso (2020), che ha dedicato la sua vita alla ricerca musicale e allo studio dei fenomeni sonori delle culture extraeuropee. In seguito alla pratica dell’improvvisazione musicale in ambito jazzistico durante la giovinezza, è diventato uno dei protagonisti dell’avanguardia musicale, grazie alla sua esperienza nel Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza e la collaborazione con Franco Evangelisti. Il violinista Duccio Ceccanti, dedicatario dell’opera composta nel 2017, interpreterà la composizione Violino solo, che rivela in pochi minuti di musica un intero universo sonoro. La melodia eseguita in apertura della composizione sul registro centrale dello strumento è riproposta lungo il brano variando la suddivisione ritmica, i registri, il verso di lettura, del timbro e della tecnica, che presenta i suoni armonici, le doppie corde, il tremolo, i pizzicati à la Bartók in una performance intensa e appassionante.

Il concerto si conclude con il Trio per pianoforte n. 4 “Dumky” in mi minore op. 90 di Antonìn Dvořak, probabilmente il brano di musica da camera più celebre ed eseguito del compositore boemo. Il titolo, derivato dal verbo dumati, che significa pensare, riflettere, sintetizza il carattere pensieroso e malinconico della composizione, che nelle lingue slave indica anche un genere poetico: le ballate epiche, da qui la presenza di sezioni interne allegre e spigliate. Il Trio “Dumky” presenta armonie libere e aperte, ritmi popolari e scale pentatoniche, musica in cui si nota la propensione all’espressione diretta con una vitalità robusta del compositore, trascorsa da una sensibilità dotata.

Il concerto sarà preceduto alle ore 20.30 dalla guida all’ascolto di Nicola Sani.