L’intervista su La Stampa lasciava intuire una visita non convenzionale. Alla domanda precisa sulla vicenda dei risarcimenti alle vittime di Civitella (la Corte di Giustizia Ue li ha negati, dando ragione alla Germania), Franck-Walter Steinmeier, ministro degli esteri della Germania, aveva risposto «Anche oggi, a 70 anni dal massacro, possiamo solo esprimere sconcerto dinanzi alle immense sofferenze inflitte a Civitella dai tedeschi. Con la mia partecipazione alla commemorazione voglio non solo segnalare qui in Italia che non dimentichiamo le nostre responsabilità per gli orrori. Voglio mostrare anche la mia gratitudine per la disponibilità a trasformare questi posti del terrore in luoghi di incontro e di riconciliazione. Non è affatto scontato. Oggi la priorità, per noi, è il comune approfondimento storico e la promozione di una cultura italo-tedesca della memoria. Un compito molto importante, in quest’ambito, è svolto dal nostro sostegno alla ricostruzione storica nei comuni martiri, come accade a Civitella». Non era, invece, affatto scontato che Steinmeir dicesse, nel corso del suo discorso a Civitella, «Non riesco a concepire quello che è successo: mi vergogno e mi inchino davanti ai morti e ai loro discendenti, sappiamo quali responsabilità abbiamo di fronte ad altre persone».
L’anniversario per la strage di Civitella E’ stato il momento più alto nel corso della cerimonia pubblica che ha concluso le iniziative organizzate per il 70esimo anniversario della strage di Civitella, riunendo i due ministri degli esteri – l’italiana Federica Mogherini e appunto il tedesco Franck-Walter Steinmeier – attorniati da tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte, innanzitutto il sindaco di Civitella Ginetta Menchetti, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, l’ambasciatore britannico Christopher Prentice e quello tedesco Reinhard Schafers, Vincenzo Ceccarelli per la Regione Toscana, Roberto Vasai per la Provincia di Arezzo, i gonfaloni dei comuni dell’aretino con i loro sindaci, ma soprattutto il sindaco del comune gemellato di Kaempfelbach Udo Klainer e il neo-cittadino onorario Marco De Paolis, il procuratore militare che non ha avuto paura di aprire “l’armadio della vergogna”.
Disarmare le memoria nazionali Il senso dell’incontro fortemente voluto dai rappresentanti dell’associazione “Civitella ricorda” e dall’amministrazione comunale, era tutto contenuto nelle parole semplici ma efficaci del sindaco Ginetta Menchetti: «Disarmare le memorie nazionali per avanzare gradualmente verso una memoria comune della seconda guerra mondiale. È questa la prospettiva con cui in questa piazza che fu teatro di uno spietato massacro di civili italiani inermi, diamo il nostro benvenuto ai nostri ospiti, certi di interpretare i sentimenti dei nostri cittadini» ha detto. È stato ancora il ministro tedesco, richiamandosi a tradizioni comuni, ad evidenziare che «l’Italia è da secoli meta della Sensucht, della nostalgia dei tedeschi. I nostri più grandi poeti, Goethe e Heine, esaltavano questo paese. Tanto più è incomprensibile la frattura di civiltà che caratterizza stragi come qui a Civitella. Nei prossimi giorni si incontreranno per la prima volta i sopravvissuti e i discendenti della strage di Civitella con i discendenti degli autori di questo eccidio. Provo il massimo rispetto per questo passo coraggioso».
Non è più tempo di rancori Il ministro degli esteri Federica Mogherini, invece, ha aperto così il suo discorso intriso di sentimenti di rappacificazione: «Dopo 70 anni non è più tempo di rancori ma di progetti condivisi. Oggi è tempo di ricordo e di rispetto, ma anche di guardare avanti. Possiamo dire che in Europa ha vinto la democrazia e credo che questa sia la più grande vittoria sull’aberrante progetto di odio nazifascista. La presenza del ministro tedesco Steinmeier a Civitella è un gesto umano, politico, storico, profondamente sentito da noi italiani. Oggi l’Europa è un modello di stabilità e di pace. Per 70 anni si è perseguito un progetto politico ambizioso, per costruire un continente in cui si condivide non solo la memoria ma anche un destino comune. E’ incredibile – ha ancora detto – vedere a settant’anni di distanza che c’è un’agenda comune di lavoro tra Italia e Germania, una cosa impensabile settant’anni fa. Questo è il frutto di una volontà politica lungimirante e visionaria, e del lavoro costante fatto per la costruzione di uno spazio comune europeo che ci ha consentito di arrivare sino a qua».
La stanza della memoria Infine, i ministri Mogherini e Steinmeier hanno inaugurato insieme la Stanza della Memoria nel centro della cittadina, al termine degli interventi ufficiali. E, passando tra il pubblico, Steinmeier si è fermato a salutare e a dare la mano ai superstiti dell’eccidio. Fra loro Ida Balò, piccola ma tenace donna della Val di Chiana, animatrice della memoria che subito dopo la cerimonia ha portato nella “sua” chiesa – quella della strage – i fiori che le erano stati appena regalati. L’ultima istantanea da Civitella è quella del caffè preso in piazza dai ministri e dai loro ospiti locali: affacciati da uno dei più bei balconi sulla Val di Chiana, con una vista a perdita d’occhio ma non di memoria.
di Anna Martini e Giulia Ambrosio