COLLE DI VAL D’ELSA – «Non mi capita spesso di leggere un testo teatrale e commuovermi. Con questa ammissione, non voglio tradire la sua introspezione immaginandola solo come materia emotiva.

Credo che la fortuna di questo giovane autore, vincitore di numerosi premi in Francia e nel mondo, sia un’eccellente scrittura ricca di colpi di scena e densa di umorismo, in cui il passato ed il presente giocano a nascondino come la verità e la menzogna». Il regista Stefano Artissunch spiega come è nata la sua commedia ‘Mi amavi ancora’, in scena al Teatro del Popolo, lunedì 4 aprile, di Florian Zeller, l’autore alla ribalta della scena mondiale. A dare voce e volto alla sua storia Ettore Bassi e Simona Cavallari sul palco con Giancarlo Ratti e Malvina Ruggiani. Una commedia in cui si intrecciano sentimenti e psico, realtà e fiction; un thrilling delle sensazioni in cui ognuno ritrova qualcosa, vicende, situazioni che gli appartengono.

Racconta di un uomo sposato, scrittore, innamorato di una giovane attrice. Fiction o autobiografia? Il dubbio si agita ed inizia un’indagine febbrile. Anne si convince che il testo narri l’infedeltà di Pierre e inizia la ricerca della donna, sua antagonista, senza riuscire a rivelare la verità o l’illusione. Il dolore la confonde? Oppure finalmente ha aperto gli occhi?

Per rispondere a questa domanda, si appella ai suoi ricordi e a Daniel, migliore amico di Pierre: un personaggio brillante, forse segretamente innamorato di lei e che cerca di rassicurarla. Anne persevera nella sua ricerca e decide di contattare l’attrice Laura Dame, menzionata nelle note della commedia del marito. Sospetta che sia l’amante. Indaga il passato, domanda a chi la circonda, cammina in un pericoloso labirinto.

E, spontanea, emerge la domanda di quanto sia giusto scandagliare la verità.

Zeller ci pone di fronte a poche certezze e molti dubbi. Un testo intenso, intrigante, ricco di flashback e colpi di scena, che scava nella mente e nell’anima di una donna. Lo spettatore si immedesima nei personaggi, in una ricerca animata da dubbi e apprensioni, che unisce realtà, immaginazione, paura, risate e fantasia.

Possiamo conoscere l’altro, o la sua faccia rimane, pur essendo familiare, una maschera, una chimera, una pirandelliana ricostruzione? Verità e finzione, incubi, ricordi, dubbi, illusioni, costruzioni mentali, ma soprattutto l’amore come sentimento centrale, emergono nella quotidianità che segna le nostre vicende Inizio spettacolo alle 21 (www.teatrodelpopolo.com).