È ormai consolidato che la Toscana è una delle mete preferite per le vacanze degli italiani. Ben il 15% dei connazionali che sceglieranno di rimanere in l’Italia per le prossime vacanze estive ha già prenotato o sta per prenotare in una località toscana. Si consolida anche il sorpasso già verificato lo scorso anno dei turisti stranieri su quelli italiani, favorito, con molta probabilità anche dalla situazione geopolitica internazionale che sconsiglia altre mete del mediterraneo. Già nel mese di luglio, sulla base di una verifica fatta sul campo da Confesercenti Toscana, si evidenzia un’immagine solida della nostra regione e della sua capacità di essere attraente per la pluralità di domanda turistica.
Dati sul turismo in Toscana La meta più desiderata dai turisti è il mare, con le destinazioni balneari della nostra costa messe al primo posto dal 38% dei turisti. Rilevante, però, anche il dato che sta riguardano città d’arte e borghi storici (25% anche in piena stagione estiva favorite dalla vicinanza di queste alla costa), mentre il turismo attivo (14%) supera di poco quello enogastronomico (12%), che rimane comunque uno dei fattori di maggiore apprezzamento per la Toscana. Quanto al tipo di alloggio preferito, cresce l’ospitalità informale: il 27% prevede infatti di trovare collocazione in Bed & Breakfast, mentre il 24% cerca sistemazione in albergo. Al terzo posto si trovano gli agriturismi (19%) e le case private in affitto (18%). Infine campeggi (9%) e case di proprietà (3%). Da non sottovalutare l’apporto di residenze estive private. Nella percezione complessiva dei movimenti turistici la Toscana è identificata come «destinazione di qualità», e questo risulta un fattore vincente. Secondo un indagine SWG/Confesercenti influisce anche il fatto che «la maggioranza dei turisti è convinta che sia giunto il momento, dopo anni di preoccupazione, di concedersi un po’ di sollievo, anche se il dato macroeconomico ancora non coglie i segnali di ripresa e resta il rischio di riacutizzarsi il quadro macro economico»
Toscana, turismo di qualità Il dato positivo secondo sempre SWG è «la propensione ad un allungamento della durata media del periodo delle vacanze in un quadro però ancora molto prudenziale perché il dato macroeconomico non coglie una variabilità interna tale da spingere la maggioranza dei cittadini a cogliere un’occasione frutto di un miglioramento reale anche per il rischio latente di un riacutizzarsi del quadro socioeconomico». Se si considera chi ha già fatto un po’ di vacanza e chi non si muove per motivi di lavoro, salute o d’età, il 40% di toscani le concentrerà nella settimana di ferragosto. In questo periodo i negozi aperti nella settimana di Ferragosto saranno sensibilmente molti di più rispetto agli scorsi anni: nelle città le serrande alzate saranno tra il 50 / 60% con prevalenza tra chi vende prodotti di prima necessità e chi ha attività rivolte ai flussi turistici. Per la settimana di ferragosto secondo recenti stime ogni turista dovrebbe spendere mediamente 815 euro (per chi resta nella regione) e 1200 per chi sceglie mete un po’ più lontane. Mediamente circa 900 euro pro-capite. Si sentirà in particolare il peso dei carburanti e pedaggi autostradali (visto che la macchina resta comunque il mezzo preferito per fuggire dalle città per il 64% dei vacanzieri. Si profila, invece, un budget decisamente ridotto per i giovanissimi (attorno ai 500 euro) che si adattano a vacanze più minimali e disponibili ad usare per gli spostamenti il treno.
«Turismo in sviluppo» Una boccata d’ossigeno per la nostra economia? Secondo Nico Gronchi presidente regionale di Confesercenti, «i dati positivi che riguardano il turismo debbono farci riflettere. La Toscana oggi offre una moltitudine di eccellenze, un patrimonio storico, culturale, accompagnati da un’offerta enogastronomica di qualità. Spetta a noi ed alle istituzioni, valorizzare il contributo che questo settore porta all’economia del Paese. I primi timidi segnali di ripresa dei consumi e più in generale dell’economia, sono incoraggianti. Tornare ai ritmi di crescita di otto anni fa sarà però un processo lungo e faticoso. Lo scetticismo che ancora registriamo tra gli operatori e nelle famiglie è giustificabile anche perché il livello di crescita è ancora molto modesta. Il turismo, in netto sviluppo, può e deve essere al centro delle nostre riflessioni per diventare un vero e proprio traino per il settore del commercio che continua a soffrire fortemente. Nonostante tutto ciò le imprese turistico recettive sono ancora in affanno per il peso sempre più insostenibile della fiscalità nel suo complesso. Occorre trovare strumenti per la salvaguardia dei nostri centri storici, che rischiano di essere tutti omologati tra loro e di fatto impoveriti valorizzando il patrimonio e l’appeal di piccoli e medi borghi, un giacimento culturale tutt’ora sotto utilizzato».