FIRENZE – In Italia metà degli avvocati sono donne. Rispetto all’anno scorso l’aumento ha sfiorato il 2%, ma dal 1985 la crescita è stata del 40%.

“Dopo l’emergenza Covid – ha affermato Antonello Martinez, presidente dell’associazione italiana avvocati d’impresa – è ripresa la corsa in avanti delle avvocatesse che sono state più colpite dall’impatto dell’emergenza pandemica. Nel 2022 sono aumentate di oltre 3.800 unità dopo lo stop del 2021. Solo nel Sud Italia siamo quattro punti sotto il 50%”.

Al primo posto troviamo l’Emilia-Romagna e al secondo il Piemonte rispettivamente con il 54,9 e il 54,5%; al Centro, dove la componente femminile rappresenta il 50,1%, si segnalano tuttavia regioni “rosa” come Umbria (54,3%) e Toscana (53,8%). La regione meridionale con più avvocatesse è la Calabria (49,2%). La regione con meno professioniste in assoluto è la Campania (43,2%). Gli Ordini con la presenza femminile più elevata sono quelli di Busto Arsizio (61,5%), Rieti (59,3%), Lecco (57,4%) e Monza (57,0%) mentre, a livello di Distretto, la maglia rosa spetta a Bologna che, con il 52,6%, precede Brescia (52,5%) e Perugia (52,2%).

La Valle d’Aosta è la regione nella quale le donne avvocato hanno il reddito medio più elevato (43.703 euro), seguita dalla Lombardia (43.232 euro). Calabria (13.413 euro), Basilicata (15.129 euro) e Molise (15.556 euro) sono invece quelle dove il reddito medio delle professioniste è più basso.