Un sogno che s’infrange sul più bello quello della Mens Sana di coach Crespi. Un sogno nato dalle angosce notturne della sconfitta in campionato contro Bologna, quando il cammino in Coppa Italia sembrava già avere un destino segnato. Un sogno cullato nella speranza di un gioco finalmente ritrovato nel quarto di finale e nella semifinale, dove i ragazzi di Crespi hanno fatto vedere una sicurezza nei propri mezzi che da tanto si aspettava. Un sogno da cui i biancoverdi si sono dovuti risvegliare per mano di una Sassari con troppo talento e troppa fame di vittoria. Per la Montepaschi resta però la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grandioso.
La finale che non ci doveva essere Non c’è una ragione logica per cui la Mens Sana abbia giocato questa finale. A conti fatti la Coppa a quest’ora doveva essere ben salda nelle mani di una Milano ritrovatasi però ancora attanagliata da quello strano malessere che Werther Pedrazzi chiama ‘Il Male Oscuro’. La Mps si è presentata ai nastri di partenza della competizione con tutti i pronostici contro, ha invece ancora un volta dimostrato che c’è qualcosa che va oltre il valore dei giocatori in campo. Ha dimostrato che in quella maglia c’è davvero qualcosa di speciale se quando più conta improvvisamente Nelson ritrova sé stesso, se Haynes si riscopre efficace al tiro, se Greenfinalmente attacca il ferro come non aveva mai fatto nei mesi precedenti. E’ una Coppa Italia che potrebbe aver dato una scossa alla stagione dei biancoverdi, è di sicuro quello che si augurano tutti i tifosi che hanno finalmente visto in campo la reazione che capitan Ress invocava da molto tempo.
Rabbia e volontà Una finale che si era messa subito male per Crespi, il tiro da tre è sempre stata la determinante dei successi della Mps e nel primo tempo le pessime percentuali avevano fatto sprofondare la squadra fino al -17 dell’intervallo. Dopo aver toccato il -20 è però cominciata la lenta ma inarrestabile rimonta: con un Ortner in versione superstar la Mens Sana è riuscita a tornare a contatto di una Sassari che si limitava a sparacchiare da tre punti senza precisione. Una reazione biancoverde di rabbia e di volontà, che non è stata però sufficiente: Siena arriva fino al -3, ma Marques Greenl a ricaccia indietro e da lì in poi il vantaggio di Sassari sarà sempre intorno agli 8-10 punti. I rimbalzi offensivi concessi ai sardi nell’ultimo quarto uniti alla classe dei cugini Diener faranno il resto. La Mens Sana abbandona così le speranze per una vittoria che sarebbe stata a conti fatti un miracolo inaspettato, considerando i problemi economici, societari e le rivoluzioni nel roster.
Speranze per il futuro La Montepaschi esce quindi a testa alta da una finale che solo giovedì pareva un miraggio, ritrovando fiducia nelle sue potenzialità e con la testa che ora deve tornare a un cammino ancora lungo. Adesso c’è la trasferta a Mosca per provare a compiere un altro miracolo: il passaggio del turno di Eurocup che al momento sembra quasi impossibile. E’ vero però che la soddisfazione di vedere una squadra in crescita e che sta trovando equilibri fino a poco fa insperati fa pensare che tutto sia possibile.