Non c’è pace per i tifosi della Mens Sana. La notizia era nell’aria da qualche giorno, ma la conferma è arrivata solo ieri: divieto di trasferta confermato per i supporter biancoverdi anche in occasione della trasferta di Cecina.
Triste abitudine Uno dei motivi per cui la Serie B era apparsa fin dal principio più sopportabile per i tifosi era stata proprio la possibilità di trasferte comode anche per le famiglie. A togliere questo piacere ci ha pensato il Questore di Livorno, che ormai da settimane ha nel mirino le partite della Mens Sana. Dopo i fatti di Piombino (per la verità abbastanza risibili e in cui le Forze dell’Ordine hanno le loro colpe) la società di Viale Sclavo è stata infatti messa nel mirino come potenzialmente problematica. Niente sembra poter far cambiare questo preconcetto, neanche le tranquillissime partite che si sono tenute a Mortara e Montecatini. Semplicemente in caso di palazzetti poco in grado di accogliere la tifoseria biancoverde il blocco alla trasferta ormai scatta in automatico. A poco sono serviti gli interventi di Claudio Coldebella, direttore generale della Lnp, che solo una settimana fa aveva spiegato come la Mens Sana potesse diventare una risorse per tutte le realtà della categoria. Evidentemente il destinatario del messaggio continua a fare orecchie da mercante.
Una vera ingiustizia «Un trattamento non rispettoso di una società e un movimento sportivo che è la storia del basket italiano dell’ultimo decennio», così ha descritto gli ultimi eventi il presidente della Polisportiva Piero Ricci. Non è stato da meno il sindaco Bruno Valentini che su Facebook ha attaccato duramente la decisione del Questore, indicando come svariate misure possano essere messe in atto per garantire la sicurezza anche in impianti poco capienti. Ma soprattutto sono i tifosi a essere sul piede di guerra per l’ennesima decisione dubbia che li vede prima di tutto trattati alla pari di criminali, mentre stiamo parlando o di famiglie o di ragazzi giovani. La Brigata Biancoverde si riunirà stasera e sono attesi comunicati, ma nel frattempo la rabbia scorre sui social per una misura vissuta anche come un’offesa. I tifosi mensanini infatti non hanno dato motivo per essere considerati violenti e chiedono rispetto per la loro passione. C’è chi pensa di andare lo stesso fino a Cecina per far sentire la propria voce, chi chiede perlomeno un numero minore di biglietti o chi chiede l’intervento delle istituzioni. Una situazione che infine va a danneggiare le stesse società ospitanti, che si vedono ridurre drasticamente un incasso che avrebbe fatto molto comodo di questi tempi. L’unica cosa certa è che questi continui divieti concorrono ad alimentare un clima negativo e di tensione di cui non si sentiva alcun bisogno (e di cui non v’era traccia prima dei suddetti divieti). Purtroppo non si vede la via d’uscita da questa situazione.