FIRENZE – Meno di una persona con diabete su quattro (24%) conosce le basi della sana alimentazione per il controllo glicemico e quasi un paziente su tre (30%) non è veramente interessato alla propria terapia e alla corretta gestione della malattia.
A spiegarlo è un’indagine del Centro di ricerca dell’Università Cattolica, campus di Cremona EngageMinds HUB, svolta nell’ambito del progetto “FooDia-Net: migliorare la food literacy e l’engagement dei pazienti con diabete”, finanziato dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute con l’obiettivo di migliorare le competenze del paziente diabetico per una corretta gestione della patologia e l’aderenza alle cure. Il progetto ha sviluppato una piattaforma tecnologica per l’educazione alimentare e il coinvolgimento attivo del paziente, ed è stato realizzato da un consorzio di 5 Regioni italiane (Puglia, Marche, Lazio, Toscana e Regione Lombardia) e dall’EngageMinds HUB, diretto da Guendalina Graffigna “In pratica – spiega Graffigna – FooDia-Net ha veicolato per ora a 166 pazienti un training personalizzato volto ad aumentare livelli di alfabetizzazione alimentare e patient engagement”.
L’indagine ha coinvolto 241 pazienti, la maggior parte appartenenti a due fasce di età (41-60 e 61-80+). Di questi solo il 66% ha un livello di alfabetizzazione sanitaria riferibile al diabete e alla sua gestione, mentre il 9% risulta con conoscenze gravemente insufficienti e il restante 25% appena sufficienti. Inoltre il 30% del campione risulta scarsamente coinvolto (disengaged) nella gestione della terapia e dello stile di vita. Pazienti bocciati anche sul fronte delle principali conoscenze alimentari in relazione al diabete. Il 19% ha risposto correttamente a meno della metà dei quesiti e solo il 23% ha risposto correttamente a quasi tutte le domande. Queste stime sono particolarmente preoccupanti se pensiamo che, al diminuire del livello di conoscenze sulla malattia e sull’alimentazione idonea al controllo glicemico, cresce il disinteresse per la corretta gestione del diabete e si riduce l’aderenza alle cure, fondamentale per evitare le complicanze tipiche di questa patologia cronica.