«È il momento del ricordo, del raccoglimento e anche della commozione». Così il sindaco Dario Nardella, che questa mattina ha posato sul Ponte Vespucci un mazzo di fiori in ricordo di Idy Diene, ucciso il 5 marzo scorso da Roberto Pirrone. «Il nostro è un gesto di memoria e vicinanza alla famiglia di Idy e alla comunità senegalese, che oltre alla perdita di Idy ha dovuto vivere anche la tragedia della strage di piazza Dalmazia. La comunità senegalese si trova a dover fare i conti con una ferita molto profonda e ha bisogno di sentire la città vicina». La deposizione è avvenuta poco prima di mezzogiorno, nello stesso orario in cui il 53enne senegalese venne ucciso da Pirrone. «Il mio abbraccio va alla famiglia di Idy Diene, alla comunità senegalese e agli amici dell’Oltrarno che lui amava tanto – ha continuato il sindaco – e ci piacerebbe che gli artigiani del quartiere realizzassero un’opera d’arte in ricordo di Idy Diene per avere anche una testimonianza materiale del legame tra lui e questo straordinario quartiere». Alla cerimonia erano presenti anche alcuni assessori e consiglieri comunali.
«Intolleranza, violenza e razzismo generano altra violenza» «Ringrazio la giunta e i consiglieri comunali per avere preso parte a questo momento commemorativo – ha aggiunto il sindaco -. È importante che le Istituzioni e tutta la città non dimentichino cosa è successo il 5 marzo 2018 ed è giusto che una comunità ricordi tutti i suoi morti, soprattutto coloro che hanno perso la vita per mano omicida in modo folle e assurdo come Idy. È sempre importante tenere alta l’attenzione verso ogni forma di intolleranza e violenza, anche verbale – ha proseguito Nardella – perché l’intolleranza, la violenza e il razzismo generano altra violenza. Non dobbiamo dimenticare che insieme alla legalità c’è anche l’umanità e dobbiamo ricordare che Firenze è una città aperta e inclusiva, che ha ben presente i valori della solidarietà. La nostra è una città che sa tenere insieme la legalità e l’umanità. Io sono orgoglioso di questa straordinaria comunità e la difenderò sempre perché la violenza non attecchisca»