«Il nostro obiettivo è essere banca del territorio e possiamo realizzarlo meglio con le nostre gambe». A dirlo è il presidente di ChiantiBanca Lorenzo Bini Smaghi ieri a Siena per partecipare a un convegno promosso da Cna. Bini Smaghi ha spiegato che la “sua” banca «vuole rimanere con i piedi e il cervello in Toscana» e a questo servirà l’istanza di ‘way out’ presentata il 13 giugno scorso per defilarsi dalla futura holding unica delle Bcc. Una mossa che ha raccolto l’entusiasmo di tutti: «C’è grande interesse e anche i nostri dipendenti, che ho incontrato nei giorni scorsi, hanno capito che il loro futuro sarà migliore rimanendo in una banca che ha ambizioni a livello regionale».
«ChiantiBanca vicina alle imprese anche durante la crisi» Una banca, come ha tenuto a precisare Bini Smaghi, che non ha mai smesso di essere dalla parte delle piccole e medie imprese, nemmeno nei periodi di crisi più dura. «Abbiamo continuato ad erogare credito dalla crisi in poi, non abbiamo avuto sofferenze e vogliamo continuare a farlo sostenendo piccole e medie imprese e artigiani anche in un momento di difficoltà. Il nostro ruolo è quello di aiutare le Imprese che sono in grado di agganciare la ripresa e di dare risposte rapide, perché è questo che un artigiano si aspetta da noi».
Silvestrini (Cna): «Le banche conoscono poco il nostro mondo» Banche e imprese che a Siena si sono parlate e confrontate ma che sembrano ancora molto distanti. «Le banche conoscono poco il nostro mondo e valutano i finanziamenti sotto i 30mila euro come marginalmente negativi, cioè senza guadagno e questo è un paradosso» è stata la critica mossa da Sergio Silvestrini, segretario generale Cna. Eppure «solo il 20% del credito dato al sistema delle imprese in Italia pur rappresentando il 58% dell’occupazione del Paese e il 46% del valore aggiunto» ha spiegato Silvestrini. Tra le soluzioni proposte da Cna al Governo per aumentare il reddito e l’occupazione «la riduzione del cuneo fiscale come asset principale per rianimare un mercato stanco» ha concluso.