Il Tagliere Medievale a Monteriggioni (Siena) è un’occasione veramente unica per immergersi, quasi per incanto, nella magica atmosfera del medioevo, situato proprio nella piazza centrale accanto al museo medievale che ospita fedeli riproduzioni di armi e armature medievali, si raggiunge che con delle scale che sembrano preparare lo spirito e il corpo a questa esperienza.
Appena salito l’ultimo scalino sembra di immergersi in un angolo di medioevo, un’antica taverna dove poter godere dei piaceri della tavola. Tutti prodotti di grande ricerca e qualità, dai taglieri con i salumi del Borgo (nota macelleria locale) alle bruschette o i crostoni con il formaggio di Pienza o i panini ricercati con il rigatino o la finocchiona sapori di altri altri tempi. Per finire non si può ripartire senza aver assaggiato i dolci senesi senza tempo dal panforte ai ricciarelli e brindare in convivialità con catuccini e vin santo a questo viaggio nel tempo.
Sembra un viaggio nel tempo dall’ambiente all’apparecchiatura dove tutto ruota come dice anche il nome intorno al tagliere, uno dei simboli della Toscana ma anche di quell’epoca:
«La quantità di cibo servita e, di conseguenza, il numero dei convitati si misurava a quel tempo a tagliere. Erano queste tavolette di legno, di forma quadrata, rettangolare o rotonda, sulle quali venivano portate in tavola le vivande destinate a due commensali. così venticinque taglieri sui quali si ponevano pezzi di carne di vitello piuttosto che un cappone o due starne erano calcolati per cinquanta persone. Il fatto di attingere allo stesso tagliere o bere dallo stesso bicchiere portava sovente a dispute e alterchi sulla scelta del boccone migliore o sull’eccessiva voracità del vicino come ci attestano alcune cronache del tempo». Il tagliere misurava la quantità di cibo e accomunava i due vicini che se ne servivono in uno spirito di cameratesca amicizia, tipico delle riunioni del tempo.
Come nel medioevo taglieri in legno dove godere dei salumi e formaggi locali o fette di pane con cibi e salse e scodelle di coccio per zuppe di ortaggi o legumi o la fresca panzanella estiva. In quel periodo, il tagliere era individuale ma la scodella serviva in genere due persone per volta e l’abilità stava nel modo di formare queste coppie, evitando che qualcuno degli invitati avesse «dama o pulzella nella sua scodella» ma al Tagliere Medievale state tranquilli rispettano le tradizioni ma non fino a questo punto ad ognuno la sua scodella!
Se andiamo a scavare nel medioevo troviamo nomi esotici delle ricette ed evocativi, come nella “torta ungaresca”, nel “brodetto saraceno” o nel “latte caldo alla fiamminga”. In questo, oltre al gusto scenico, si denota una maglia di culture intrecciate al di sopra della nazioni politiche e religiose, che legavano il mondo allora conosciuto in tappe culturali ben precise, da Barcellona fino alla Cina, simili nei gusti e reciprocamente capillari una con l’altra, tanto da diffondere le medesime mode e da influenzarsi reciprocamente, anche se il centro dell’arte culinaria europea, come di tante altre arti, era già allora Parigi (da cui giunge il famoso trattato gastronomico Menagier de Paris), grande spazio ebbe la gastronomia italiana, il cui successo e la cui diffusione sono state assicurate da maestro Martino. La cucina di maestro Martino era di alta qualità, e diffusamente riconosciuta tale, venne tradotta, dal Cinquecento in avanti, in tutta l’Europa, tramandando sino a noi ricette che altrimenti non saremmo in grado oggi di ricostruire, cucinare e apprezzare. Appare quindi chiaro che la sopravvivenza del passato, perchè no, passa anche attraverso la cucina e i suoi sapori, che con tanta semplicità e al contempo precisione sanno delinearci un tratto importante di ogni popolo.
Proprio con questo spirito nasce il Tagliere, nel cuore dello splendido Castello di Monteriggioni, sulla via Francigena…chissà quante persone e culture si saranno sedute a tavola in questo luogo magico in maniera conviviale scambiandosi del buon cibo locale ma soprattuto sapori e saperi lontani!