Truffa agli enti pubblici con lo sfruttamento di lavoratori extracomunitari, evasione fiscale e l’emissione di 10.000.000 di fatture per operazioni inesistenti. 14 persone sono state denunciate a vario titolo dalla Guardia di Finanza di Siena e per 4 di loro sono scattate le misure cautelari coercitive con obbligo di dimora nei comuni di residenza. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di turbative d’asta nei pubblici incanti o in licitazioni private nei confronti di enti pubblici, commesso attraverso l’impiego di una società strumentale di Asciano (Siena).
Operazione “Falange Macedone” con sfruttamento dei lavoratori Le indagini hanno permesso di smantellare una organizzazione criminale con sede nella Provincia di Siena ma che operava in tutta Italia. L’attività di servizio è cominciata nel ottobre 2010, quando alcuni cittadini extracomunitari dotati di doppio passaporto denunciarono i loro datori di lavoro per alcuni mancati pagamenti. I militari scoprirono che i braccianti erano organici ad una struttura criminale che gestiva i loro introiti e le loro vite, pensando addirittura ad organizzare i viaggi dalla Macedonia, i cui costi erano opportunamente decurtati dai compensi mensili erogati da varie aziende agricole della zona che ricercavano operai stagionali a buon prezzo. I lavoratori alloggiati in dormitori dalle precarie condizioni igienico sanitarie percepivano 6-7 euro l’ora. Ma lo sfruttamento di lavoratori extracomunitari è solo uno dei tanti reati contestati. Dopo le prime indagini, sono anche state individuate una serie di società in rapporti reciproci fra loro che utilizzava sistematicamente fatturazioni fittizie per abbattere il cuneo fiscale ed ottenere indebiti risparmi di imposta. Il promotore dell’associazione criminale era un cittadino di San Giovanni d’Asso (SI) il quale, approfittando della propria esperienza e conoscenza dell’est Europa, si adoperava per procacciare manodopera straniera, fornirla alle aziende compiacenti e, talvolta, far aprire agli stessi cittadini dell’est delle nuove società con il fine di creare nuovi filtri per l’interposizione fittizia di nuove aziende, appositamente costituite.
Aggiudicazione fraudolenta gare d’appalto L’associazione criminale aveva anche ampliato il proprio raggio d’azione creando una società per contrattare con la Pubblica Amministrazione ed aggiudicarsi fraudolentemente gare di appalto in tutta Italia nel settore del verde pubblico. I ribassi proposti agli enti pubblici erano elevati e convenienti: in alcuni casi è stato infatti sfiorato il 50% rispetto alla base d’asta. Tuttavia i ribassi erano “drogati” da un sistema creato ad hoc per abbattere fittiziamente i costi sostenuti dall’azienda, anche attraverso false referenze bancarie e false attestazioni di solidità economico-patrimoniale. Così facendo, la società con sede ad Asciano si è così illecitamente aggiudicata in tutta Italia, dal 2007 al 2012, ben 12 fra appalti e affidamenti diretti, incamerando circa 3 milioni e duecentomila euro senza averne diritto, avendo simulato documentalmente la sussistenza delle condizioni legali per contrattare servizi con la Pubblica Amministrazione. Dalle indagini è emerso che uno dei membri della banda era un abile hacker informatico che falsificava la documentazione da esibire agli enti pubblici nonché alle banche o ad altri. I falsi erano lettere di referenze bancarie completamente false prodotte con i loghi degli istituti di credito e delle firme false o scannerizzate, fatture false nelle descrizioni dei lavori o modificate rispetto a quelle portate in contabilità. Frequentemente sono stati rinvenuti più esemplari della fattura con la stessa numerazione, il tutto al fine di avere nominalmente i requisiti per lavorare con la P.A..
Inibizione dall’attività e sequestri preventivi Il Gip di Siena Monica Gaggelli, su richiesta del Pm titolare Aldo Natalini ha anche stabilito che la società ascianese non potrà più esercitare alcuna attività in base alla legge sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Si tratta della prima applicazione nel territorio della provincia senese di questa speciale misura in abilitativa. Nei confronti della società è anche stato effettuatio un sequesto preventivo pari a 624.000 euro.