Un test per valutare le abilità matematiche degli studenti della scuola primaria e secondaria con l’obiettivo di aiutarli a colmare le lacune o a potenziare le capacità. Lo ha realizzato un gruppo di matematici e psicologi delle Università di Pisa e Atene grazie a uno studio appena pubblicato sull’Australian Journal of Learning Difficulties. «La ricerca – sottolinea Anna Baccaglini Frank, matematica dell’ateneo pisano – nasce da una collaborazione internazionale che ha avuto origine durante un convegno a San Marino organizzato dall’European Dyslexia Association, quando ho conosciuto Giannis N. Karagiannakis, dottorando al dipartimento di educazione speciale e psicologia dell’Università di Atene, e ci siamo confrontati sugli studi svolti nell’ambito delle difficoltà di apprendimento in matematica».
Riconoscere le difficoltà matematiche e risolverle Da questo confronto è scaturito un partenariato che ha portato alla creazione di un modello teorico per valutare le abilità matematiche, coinvolgendo anche lo psicologo greco Petros Roussos. I ricercatori hanno quindi realizzato una batteria di prove da somministrare al computer, elaborate non solo pensando ai test usati per rilevare specifici deficit come la discalculia, ma tenendo conto di una prospettiva più ampia. «Abbiamo scelto un approccio olistico – spiega Baccaglini Frank – e abbiamo declinato le abilità matematiche in quattro domini (numerico di base, della memoria, del ragionamento logico-matematico e visuo-spaziale), sviluppando un modello che tiene conto delle principali ipotesi avanzate in psicologia e nelle neuroscienze». Il modello è stato quindi sperimentato su un campione di 165 bambini degli ultimi due anni della scuola elementare greca, consentendo conclude la matematica pisana «di fare ipotesi più precise, rispetto a quanto si potesse fare in precedenza, sulla natura delle difficoltà in matematica e di pianificare quindi i successivi interventi di potenziamento».