Il saluto in “agro-dolce” di campione sportivo – il cestista più vincente in attività – che saluta la piazza che lo ha reso grande dopo non aver trovato con la società un accordo per il rinnovo del contratto, diviso tra l’epilogo della sua vicenda e il ricordo di un’esperienza lavorativa prestigiosa e sfavillante. Stiamo parlato di Marco Carraretto e della Montepaschi Mens Sana Basket Siena che, alle prese con una drastica riduzione del budget e con il contratto in scadenza con la Banca Mps, non è riuscita a riproporre a colui che c’è sempre stato nei sette scudetti vinti consecutivamente da Siena una soluzione per la prosecuzione del rapporto. È la storia di un cestista che, all’ombra della Torre del Mangia, è diventato uomo e campione, trovando a Siena non solo una carriera sfolgorante sul parquet ma soprattutto una famiglia e un posto dove vivere. Oggi, la crisi che ha investito la Città del Palio (Rocca Salimbeni in primis e tutte le realtà più strettamente connesse quali la Mens Sana) lo costringe a mettere un punto e ad andare a capo. Marco Carraretto ha voluto dire la sua, dopo un’estate in cui il suo nome era stato riportato dalla stampa come al centro di voci e trattative. L’ex capitano della Mens Sana si è presentato all’Hotel Nh di Siena per la conferenza stampa d’addio in compagnia della famiglia e del suo agente: «Avevo il desiderio di salutare la città nella quale ho vissuto per sette anni – afferma -. Un saluto che va esteso alla società che mi ha dato la possibilità di lavorare al massimo per questi anni, a tutti gli allenatori, allo staff tecnico con cui ho potuto crescere, a tutti i miei compagni; un ringraziamento speciale poi per essere potuto diventare capitano alzando due trofei importanti».

La rottura con Viale Sclavo «Sono stati anni molto gratificanti – prosegue Carraretto – e un particolare saluto lo voglio dedicare a tutti i tifosi che ci hanno sempre fatto sentire il loro calore e affetto. Non dimentico che appena arrivato alla Spagna ho avuto qualche difficoltà, faticando a trovare i miei spazi, un po’ alla volta e con l’affetto della gente sono riuscito a svoltare da gennaio in poi. Partendo da questi presupposti – continua – potete immaginare quale gioia sarebbe state terminare la mia carriera qui. Capendo le difficoltà in questo momento di crisi sono rimasto sorpreso dell’offerta fatta con un contratto in essere, in cui mi è stato offerto un terzo rispetto a quello che mi spettava. Avrei fatto di tutto per rimanere come in passato. Ma una riduzione così drastica l’ho presa come una posizione della società che non mi voleva più e non mi pareva molto rispettoso. Preso atto della volontà della società di non continuare, ho cominciato a guardarmi attorno e abbiamo deciso di comune accordo di uscire dal contratto. Ora vista la mia età e che il mercato di serie A è già finito sarà difficile trovare un’altra squadra per continuare a lavorare.

Il nodo contrattuale «Avevo un contratto vecchio che sarebbe dovuto scadere nel 2014 e non è il primo anno in cui mi sono ridotto lo stipendio per restare qui, in una società di altissimo livello, passi in questo senso li avevo già fatti. Quest’anno però l’offerta (un terzo rispetto alla passata stagione) mi pareva un modo per dire “guarda Marco non fai più parte di questa squadra”. Magari non andavo più bene nel nuovo sistema di gioco. Avevo chiamato Coach Crespi quando avevo letto che ero in uscita, gli ho chiesto se potevo adattarmi al suo gioco e lui mi aveva dato che potevo fare lo specialista e che se fossi stato con lui gli avrei fatto comodo. Io non ho mai chiesto niente di diverso rispetto a quello che era il mio contratto in essere, sono state scritte tante cose, che volevo un biennale o più soldi, ma la realtà è che ogni anno ho sempre cercato di fare del mio meglio. Non ho mai chiesto un biennale, capisco benissimo l’età che ho. Ho solo chiesto di rispettare il contratto in essere, in tanti hanno detto che sono stato consigliato male dalla mia famiglia ma in realtà le mie scelte le ho fatte sempre io».

Parola al procuratore «Arrivare a fine agosto è stato un problema – dice l’agente Andrea Forti – evidentemente all’inizio rientrava nei piani della società, poi deve essere cambiato qualcosa e si sono ritrovati a fare delle scelte; quando è stato comunicato si è perso un po’ di tempo per trovare una possibilità che però non c’era. Subito dopo la fine del campionato sembrava che la squadra dovesse ripartire da Marco, poi c’è stato un momento d’impasse forse per problemi societari, quando ci siamo risentiti era tardi e abbiamo perso un po’ di mercato».

Il “Carra” se ne va senza sbattere la porta «Io non sono arrabbiato – vuole rimarcare Carraretto – loro hanno fatto questa offerta e non l’ho ritenuta adeguata, non ho nessun problema con la società, se mi chiedessero di tornare negli anni prossimi lo farei, ma ora andremo avanti. La città mi ha dato tanto, anche una famiglia, dal punto di vista cestistico non ho venti anni di carriera davanti a me, ma non dico no a priori sul ritornare qui. Sono stato fortunato nella mia vita, come giocatore non mi posso certo lamentare. C’è stata una trattativa e abbiamo valutato, non siamo però riusciti a trovare un accordo».

Gli anni a Siena «A volte con McIntyre e Stonerook ci piaceva dire che volevamo tutti finire la carriera a 33 anni – ricorda Carraretto – quindi direi che sono andato anche oltre, finché ce la faccio e sono competitivo andrò avanti. Con Verona stiamo valutando, l’offerta è superiore a quella della Mens Sana ma ancora non si è concretizzato nulla. In queste stagioni tutti i trofei che abbiamo alzato mi hanno lasciato qualcosa di speciale, ma personalmente anche la famosa partita dei tre supplementari e quella del 5/5 in coppa col Pana sono un ricordo indelebile. Senza dubbio, poi, l’esempio di Shaun Stonerook mi accompagnerà per tutta la vita».