PISA – L’aspettativa di vita dello squalo della Groenlandia è di 400 anni. Un record assoluto tra gli esseri viventi, che gli studiosi hanno provato a interpretare mappando il dna.
Del gruppo di ricerca internazionale, che ha pubblicato i risultati sulla piattaforma biorXiv, fa parte anche la Scuola Normale di Pisa. “L’enorme dimensione del genoma dello squalo della Groenlandia è dovuta principalmente alla presenza di elementi ripetitivi e spesso autoreplicanti”, ha osservato Alessandro Cellerino, neurobiologo dell’istituto tedesco e della Normale, che è fra gli autori dello studio insieme al dottorando in neuroscienze Davide Drago.
“Questi elementi trasponibili, a volte chiamati geni saltatori o geni egoisti e spesso considerati parassiti genomici, rappresentano oltre il 70% del genoma di questo animale. Un elevato contenuto di ripetizioni – prosegue il ricercatore – è spesso considerato dannoso poiché i geni che saltano possono danneggiare il Dna e corrompere la sequenza del genoma. Nel caso dello squalo della Groenlandia, invece, ciò non sembra accadere”.
Gli scienziati, dunque, sospettano che l’espansione degli elementi trasponibili possa aver addirittura contribuito all’estrema longevità dell’animale perché molti geni duplicati sono coinvolti infatti nella riparazione dei danni al Dna. “Una scoperta notevole degli studi genomici comparativi – aggiunge Cellerino – è che le specie di mammiferi longeve sono eccezionalmente efficienti nel riparare il loro Dna e i risultati del nostro studio sembrano indicare che questi elementi nella loro duplicazione hanno ‘rapito’ geni per la riparazione del Dna che quindi sono stati anch’essi duplicati”.
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